Papa Francesco lancia l'allarme sui rischi di una informazione avvelenata da deep video e fake news

Venerdì 27 Settembre 2019 di Franca Giansoldati
Papa Francesco lancia l'allarme sui rischi di una informazione avvelenata da deep video e fake news

 Città del Vaticano - Sicuramente il Papa stamattina, quando ha lanciato l'allarme sui pericoli per l'informazione legati alla capacità che ha acquisito l'intelligenza artificiale di scrivere fake news, non sapeva di certo che persino Matteo Renzi in questi giorni è stato al centro di un brutto deepfake, un video manipolato modificato fino all’alterazione in diretta dell’immagine online. Ma ormai sono talmente tanti i modi in cui l’informazione digitale viene manipolata che persino i governi sono preoccupati.

Stamattina ne ha parlato Papa Francesco mettendo in guardia dalla possibilità, offerta dall'intelligenza artificiale, di far circolare «opinioni tendenziose e dati falsi, 'avvelenare' i dibattiti pubblici e, persino, manipolare le opinioni di milioni di persone, al punto di mettere in pericolo le stesse istituzioni che garantiscono la pacifica convivenza civile».

L'occasione è stata l'udienza al seminario «Il bene comune nell'era digitale» organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal Pontificio Consiglio della Cultura, con i rappresentanti dei big tech.

Il Papa ha messo in luce, «i vantaggi e i rischi associati all'uso delle intelligenze artificiali nei dibattiti sulle grandi questioni sociali.

Da una parte si potrà favorire un più grande accesso alle informazioni attendibili e quindi garantire l'affermarsi di analisi corrette; dall'altra, sarà possibile, come mai prima d'ora, fare circolare opinioni tendenziose e dati falsi, avvelenare i dibattiti pubblici e, persino, manipolare le opinioni di milioni di persone, al punto di mettere in pericolo le stesse istituzioni che garantiscono la pacifica convivenza civile. Per questo - ha detto il Papa - lo sviluppo tecnologico di cui siamo tutti testimoni richiede da noi che ci riappropriamo e che reinterpretiamo i termini etici che altri ci hanno trasmesso».

Ultimo aggiornamento: 14:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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