Statali, la ministra Dadone: «Troveremo i 5 miliardi per la pubblica amministrazione»

Giovedì 19 Settembre 2019
Statali, la ministra Dadone: «Troveremo i 5 miliardi per la pubblica amministrazione»
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Ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, da poco è sbarcata in un dicastero chiave, lei 5Stelle, tra i più giovani rappresentanti del governo, ma che piano ha per modernizzare il settore? Quali sono le priorità che intende seguire e i traguardi che si è data?
«La cosa più importante è siglare un nuovo patto tra Pubblica amministrazione e società civile. Dobbiamo valorizzare il merito con valutazioni sempre più oggettive di dirigenti e dipendenti e stimolare la formazione continua. La Pa non è una torre d’avorio e ha bisogno dell’apporto di tutti, dalle imprese al terzo settore, dai territori ai cittadini stessi. Ecco perché promuoverò a breve un grande momento di confronto con tutti i portatori d’interessi. Aprire il palazzo è il primo passo per cogliere davvero le esigenze del Paese. Poi non dimentichiamo i contenuti del Patto per la semplificazione 2019-2021 e penso soprattutto ai rapporti con le aziende: dobbiamo arrivare a una piena interoperabilità degli Sportelli unici per le attività produttive e delle banche dati, in un solo portale web bisogna poter trovare tutte le informazioni utili alle aziende, bisogna eliminare la proliferazione dei controlli fotocopia, standardizzare la modulistica e disturbare il cittadino per chiedere informazioni solo una volta, solo quando strettamente necessario». 

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I sindacati dicono che non ci sono i soldi per i rinnovi contrattuali. Servono quasi 5 miliardi. Li troverete?
«Nell’ultima legge di Bilancio è già stato fatto un grosso sforzo, ma questo governo è pronto a implementare l’impegno con ulteriori risorse. E ricordo che abbiamo circa 900 milioni in tre anni per assunzioni straordinarie: stiamo parlando di 8.400 nuovi posti fino al 2021. L’obiettivo è trovare i 5 miliardi e li troveremo».

Il suo predecessore le ha lasciato in eredità una serie di provvedimenti (Tfs agli statali, impronte biometriche) che necessitano dei decreti attuativi per diventare operativi. Come si sta muovendo su questo fronte?
«Si tratta di nodi delicati che stiamo approfondendo e su cui stiamo accelerando. Sul Tfs siamo al lavoro con l’Abi per stringere i tempi e redigere la convenzione cui potranno aderire le banche, ma ricordo che ho trovato un iter normativo complesso. Sui controlli biometrici, direi che serve attenzione per debellare gli abusi che danneggiano in primis la stragrande maggioranza dei lavoratori onesti e meritevoli. E le tecnologie in tal senso possono aiutare. Ma in linea generale non gradisco misure inutilmente punitive che non risolvono il problema e finiscono per criminalizzare anche chi andrebbe valorizzato per competenza e dedizione».

Come affrontare il nodo delle graduatorie? Velocizzerete la macchina dei concorsi?
«Siamo di fronte a uno scenario di anomalia che va letto e affrontato in chiave di transitorietà. Sicuramente terremo conto delle istanze degli idonei, con la consapevolezza, tuttavia, che è necessario tornare a un ritmo fisiologico dei concorsi e dunque alla durata triennale delle graduatorie».

Quanti usciranno nella Pa con Quota 100? Come coprirete i buchi nella Pa per le uscite?
«Abbiamo ad oggi 56 mila domande con 28 mila pensionamenti. Il 2019 è comunque l’anno dello sblocco completo del turn over, dunque stiamo producendo un grande sforzo per quel ringiovanimento che è assolutamente necessario alla Pubblica amministrazione».

Rispetto al lavoro del suo predecessore che cosa manterrà e che cosa vuole cambiare?
«Non voglio fare riforme draconiane che azzerano tutto e ripartono ab origine. Già oggi nella Pa c’è tantissimo da salvare, non bisogna ricominciare da zero. Servono buone pratiche da valorizzare e azioni mirate. Sicuramente voglio recuperare una visione che connetta maggiormente la macchina pubblica alla comunità. L’amministrazione è dei cittadini».

Il premier Conte ha parlato di Smart nation e di identità digitale. Come realizzerete queste due obiettivi?
«E’ un obiettivo che sta molto a cuore al Governo e una stella polare della visione del M5S. Completare il percorso verso la cittadinanza digitale significa avvicinare davvero la Pa alle persone, alzando la qualità dei servizi con immenso risparmio di tempo per loro e una reale semplicità di fruizione. L’Agenda digitale italiana ha precisi obiettivi di efficienza e semplificazione da perseguire. In tal senso ciascuna amministrazione ha responsabilità chiare rispetto alla transizione digitale, non a caso deve individuare al suo interno un responsabile di questo processo. Inoltre, non solo viene garantito il pieno ricambio generazionale con lo sblocco completo del turn over, ma prevediamo l’ingresso di nuove e specifiche professionalità legate alla digitalizzazione. Però mi lasci dire un’altra cosa molto importante»

Prego.
«Digitalizzazione non significa solo maggiore trasparenza, efficienza e risparmio.

Ma deve significare anche sostenibilità ambientale. Voglio lavorare per una Pa che sia davvero green, dagli approvvigionamenti fino alle abitudini di vita e di lavoro in ufficio».

Ultimo aggiornamento: 12:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA