Pedofilia, il cardinale Pell ricorre all'Alta Corte e ribadisce la sua innocenza

Martedì 17 Settembre 2019 di Franca Giansoldati
Pedofilia, il cardinale Pell ricorre all'Alta Corte e ribadisce la sua innocenza

Il cardinale George Pell non si arrende. Vuole la verità e, dal carcere dove si trova, in Australia, continua a ribadire con forza la sua innocenza, senza essere mai retrocesso di un millimetro dalle sue posizioni. I legali del cardinale hanno presentato oggi formalmente ricorso all'Alta Corte, praticamente l'ultimo grado di giudizio in Australia, dopo la sentenza di condanna a sei anni per abusi sessuali su due minori.

Pedofilia, in carcere il cardinale Pell: revocata libertà su cauzione

Secondo i legali dell'ex prefetto della Segreteria per l'economia, l'opinione discordante di uno dei tre giudici della Corte d'Appello del Victoria può fornire «ragionevoli motivi» per revocare la condanna confermata il 21 agosto scorso.

Il giudice Mark Weinberg si è opposto al verdetto perché a suo avviso non soddisfa il principio in base al quale una persona può essere condannata solo se le prove ne dimostrano la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio.

Pell è stato dichiarato colpevole di aver abusato di due adolescenti nella sacrestia della cattedrale di Melbourne, dopo una messa solenne, nel 1996, quando era arcivescovo.

Secondo il racconto confuso di uno dei due ragazzi (uno nel frattempo è morto) l'abuso si sarebbe consumato in un arco di tempo di 6 minuti, dietro una colonna, con addosso ancora le vesti liturgiche e senza che vi fossero  testimoni in un luogo solitamente affollato dopo una celebrazione domenicale. Nessun testimone ha avvertito comportamenti strani prima e dopo la messa. Il porporato ha sempre respinto le accuse proclamandosi "innocente".

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