Prosecco, la vendemmia oramaisi fa solo con le famiglie di stranieri

Lunedì 16 Settembre 2019 di Elena Filini
Prosecco, la vendemmia oramaisi fa solo con le famiglie di stranieri
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VALDOBBIADENE (TREVISO) - Coppie di anziani, amori lgbt, creativi e influencer: tutti con il secchio in mano, i guanti e gli attrezzi. Accade nel video che sta impazzando sui social ed è la vera colonna sonora della prima vendemmia Unesco (“nel video che sta impazzando sui social”uscito dal cilindro inesauribile del Canal). Salendo sui pendii dell’eroica in effetti, le famiglie si trovano ancora. Solo che sono rumene, bangladesi, o africane. Gli italiani ci mettono vitigni, know-how e contratti. Ma le braccia ormai sono quasi esclusivamente straniere. La vendemmia eroica insomma, è una faccenda globale. “Il rito familiare come formula esiste ancora: solo che tra i filari di italiani non se ne vedono più. La raccolta è oggi appannaggio di nuceli familiari stranieri” confermano i “vigneron” delle colline del prosecco superiore. I migliori? “Senza dubbio i rumeni, già predisposti all’agricoltura. Arrivano magari in coppia e l’anno successivo tornano coi fratelli o i figli. Di anno in anno arriva tutto il clan familiare. Noi li formiamo, e  se funzionano e hanno voglia di migliorare possono fare il grande salto: da braccianti stagionali a dipendenti”. Per il magico rituale della raccolta sui ripidi pendii della Docg non servono né macchine né tecnologia. Lì dove è difficile persino mantenersi eretti, nelle rive dove la pendenza può arrivare fino a 450 msl a fare la differenza è solo la mano dell’uomo. Ma trovare personale specializzato e formato è tutt’altro che facile.

“ Vendemmiatori locali? Ormai sono una chimera”. Dall’interno del Consorzio arriva la conferma: rubare braccia da destinare all’agricoltura è sempre più difficile. “I giovani gestiscono magari già attività di famiglia o hanno già altri lavori continuativi, gli anziani sono allarmati dal problema del cumulo sulla pensione, i disoccupati si fanno i conti in tasca per non perdere il reddito di cittadinanza: e così spesso le cantine si trovano a corto di manodopera” sottolineano all’interno della Docg. Per questo motivo, già da fine agosto, è partito l’alert sulle colline. “Noi stiamo ospitando tre studenti di Vicenza- conferma la famiglia Pascotto di Valdobbiadene- sono stati reclutati da una cantina da fuori provincia perchè qui da noi i giovani non si rendono disponibili. Poi però c’è il problema aggiuntivo di trovare alloggio. E spesso le strutture sono occupate da turisti e wine lovers”.

Gli studenti italiani sono comunque un’eccezione. Il trend dell’eroica parla ormai albanese, rumeno, bangladese e africano. “Meglio questi lavoratori formati e tutelati individuati tramite agenzia, che dei disoccupati generici i quali magari rischiano di mettere in sofferenza la vite” conferma Paolo Polegato. “Da produttore, ma anche da presidente di Coldiretti Treviso rilevo che la forza lavoro delle colline non vuole fare questo lavoro. E ogni anno si ripropone lo stesso problema”. Anche i sindaci della vallata confermano. “E’ un disagio risaputo-spiega infatti Stefano Soldan, primo cittadino di Pieve di Soligo- e ogni anno si ripropone l’emergenza”. Fabio Biancolin ha 43 anni e nella vita ha scelto l’agricoltura. “ I miei coetanei preferiscono fare i lavapiatti a Londra. Io invece sono rimasto qui”. Nel tempo si è inventato un lavoro, mettendo a sistema un format che oggi in diversi altri comuni della Marca viene replicato. “Ho duecento persone da me formate che invio tra i filari per il lavoro di raccolta. Servo 10 cantine con pressi forfettizzati. 13 centesimi a kg e 1500 euro all’ettaro. Distribuisco io la forza lavoro in base alle richieste del cliente”.

I lavoratori si fermano un mese a Nordest: l’agenzia trova anche appartamenti e stanze in affitto. “Nella mia cooperativa lavorano per il 90% romeni. Però ora stanno arrivando anche tanti indiani, tradizionalmente dediti alla pastorizia. Hanno però bisogno di essere formati. Anche i lavoratori magrebini si avvicinano alla viticoltura a causa della crisi dell’edilizia”. Il reclutamento avviene attraverso il passaparola. Oggi il ricorso alle agenzie è quasi inevitabile. “ L’abolizione dei voucher due anni fa ha portato alla diffusione del fenomeno- riprende Polegato- Impossibile per le piccole aziende assumere una persona per la vendemmia con contratto a tempo determinato”. Addio definitivo quindi alla rimpatriata intergenerazionale per la raccolta del glera nei vitigni dell’Altamarca? “No, esiste ancora questa prassi, ma avviene quasi eslusivamente per la produzione privata” conclude il Consorzio Docg. 
Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 23:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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