Andrea Tarabbia con Madrigale senza suono vince il Campiello

Domenica 15 Settembre 2019 di Filomena Spolaor
Andrea Tarabbia con Madrigale senza suono vince il Campiello
È Andrea Tarabbia con Madrigale senza suono (Bollati Boringhieri) lo scrittore che si è aggiudicato l'edizione 2019 del Premio Campiello. Tarabbia si è piazzato al primo posto con 73 voti; al secondo posto Giulio Cavalli con Carnaio (Fandango) con 60 voti; al terzo Paolo Colagrande con La vita dispari (Einaudi) con 54; e poi Laura Pariani con Il gioco di Santa Oca (Nave di Teseo) con 52 voti; e ultimo Francesco Pecoraro con Lo stradone (Ponte alle Grazie) con 38 voti. In totale sono stati registrati 277 votanti.
LA GIORNATA
Il Premio Campiello testimonia come la cultura può attraversare le parole di un testo scritto. Un' azione di coraggio importante per la società, e un segno di speranza per i giovani che scrivono. Insieme al vincitore della 57 edizione del concorso di letteratura italiana promosso dalla Fondazione Il Campiello - Confindustria Veneto, ieri sera al Teatro La Fenice è stato premiato anche Matteo Porru, il vincitore della 24^ edizione del Campiello Giovani, il concorso riservato ai giovani tra i 15 e i 22 anni. Matteo Porru, 18 anni di Cagliari, si è aggiudicato il premio con il racconto Talismani scelto dalla giuria dei letterati, presieduta da Carlo Nordio, tra i cinque testi arrivati in finale. Matteo Porru ha scritto un racconto compatto recita la motivazione che ha il merito di spingere lo sguardo oltre i confini della propria anima e delle proprie vicende personali, tratteggiando i rapporti di una madre afgana con il suo giovane figlio. Gli altri finalisti di questa edizione del Campiello Giovani erano: Deborah Calian, 18 anni di Oppeano (Vr), con il racconto Folli e felici, Beatrice Fantuzzi, 17 anni di Arcugnano (Vi), con Sostanza, Lorenzo Moscardini, 21 anni di Roma, con  La ragazza dai capelli neri, Cecilia Pegoraro, 17 anni di Castelfranco Veneto (Tv), con Amor vincit omnia.
I GIOVANI
La nuova menzione speciale del Gruppo Giovani di Confindustria per il miglior racconto che ha trattato il tema della cultura di impresa è stata attribuita a Federica Russo, 19 anni di Fontaniva (Pd). «Il Premio Campiello Giovani deve parlare di cultura in tutte le scuole afferma Matteo Zoppas, presidente della Fondazione Il Campiello - Questi ragazzi oggi hanno la possibilità di trasformare la loro vita, e diventare ognuno un Primo Levi. Con La Tregua Levi nel 1963 vinse la prima edizione del Premio, una testimonianza concreta dell'impegno sociale e culturale degli imprenditori prosegue Zoppas perché è la cultura, nella sua più vasta accezione, a rappresentare l'autentico collante della convivenza civile e della crescita di una comunità.
LA SERATA
A presentare la cerimonia Andrea Delogu, una delle più note conduttrici tv e radiofoniche degli ultimi anni. Il Premio Fondazione Il Campiello è stato assegnato alla scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti. Quello Opera Prima è stato assegnato a Marco Lupo per il romanzo Hamburg (Il Saggiatore). «Un libro che nasce da un incubo spiega l'autore con l'idea di ricostruire l'identità di un uomini e donne sconfitti dalla storia». La cinquina finalista della 57 edizione comprendeva Giulio Cavalli con Carnaio (Fandango) con la chiacchierata con un pescatore sull'abitudine di buttare nelle acque del Mediterraneo i corpi dei cadaveri. «Non è un libro politico o sull'immigrazione, ma racconta come spesso gli annegati possono essere stesi sul bagnasciuga o vittime di cannibali di un'altra umanità». Paolo Colagrande con La vita dispari (Einaudi) che tenta di far vivere un personaggio apparentemente implausibile, così lo definisce. La vita di Buttarelli è indirizzata alla ricerca di una metà che non esiste. Il gioco di Santa Oca (La nave di Teseo) di Laura Pariani è un omaggio alle brughiere incantate nella valle del Ticino, dove è nata. Storia di una donna coraggiosa che sfida le convenzioni del suo tempo. Lo stradone di Francesco Pecoraro (Ponte alle Grazie), racconta un quartiere che l'autore definisce un particolare della storia inusuale produttiva della Roma industriale. Infine, Andrea Tarabbi con Madrigale senza suono (Bollati Boringhieri) riscopre la cultura musicale con storia della vita di Gesualdo Da Venosa, madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento. Infine il Premio Il Campiello per San Patrignano, simbolo dei valori coltivati nella Comunità è stato consegnato a Kidane Grianti, assente sul palco. Il premio è stato annunciato dal co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, Letizia Moratti.
 
Ultimo aggiornamento: 16:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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