È polemica sul nome che la neopresidente dell'Ue, Ursula von der Leyen, ha scelto per il ruolo del futuro commissario europeo Margaritis Schinas, incaricato delle questioni migratorie ma anche della «protezione dello stile di vita europeo». Una definizione che non è piaciuta a molti. Perché, è la tesi di chi contesta la scelta, in questi anni si è fin troppo parlato, sopratutto tra i partiti di estrema destra, dei migranti dall'Africa sub-sahariana e dal Medio Oriente come una minaccia per lo stile di vita degli europei. «Collegare la migrazione alla sicurezza nel portafoglio del commissario alla protezione dello stile di vita europeo rischia di inviare un messaggio preoccupante», ha attaccato la direttrice dell'Ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee Eve Geddie.
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Trovando sponda anche a Parigi, dove la portavoce del governo francese, Sibeth Ndiaye, ha espresso perplessità sul titolo del nuovo commissario.
Non si inizia col passo giusto sulle nuove politiche delle #migrazioni in #UE. #proteggereilnostromododivita ??? @repubblica https://t.co/vYIXQe0nP0
— Enrico Letta (@EnricoLetta) 11 settembre 2019
Sulla stessa linea, anche se più diplomaticamente e precisando di parlare a titolo personale, la fedelissima portavoce del presidente Emmanuel Macron secondo cui c'è da «interrogarsi» sulla formulazione scelta. Schinas, ha ricordato, deve in ogni caso presentare la sua road map dinanzi agli europarlamentari e in quell'occasione potrà «spiegarsi: la presidente della Commissione europea ha fatto delle scelte sulle formulazioni. Non è quello che avrei scelto a titolo personale. Ma bisogna attendere l'audizione del commissario a inizio ottobre», ha aggiunto Ndiaye.