I residenti del palazzo dell'orrore: «Odore di morto, non respiriamo più»

Giovedì 5 Settembre 2019 di Marina Lucchin
I residenti del palazzo dell'orrore: «Odore di morto, non respiriamo più»
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PADOVA - «In questo palazzo non si vive più. Nove giorni fa è stato trovato il cadavere di un uomo, e nessuno ha pulito come si deve. Fatto sta che nel mio appartamento non si respira più. Temo per la mia salute». Giovanna Patrizia D’Arpa, inquilina del palazzo di via Marsilio dov’è avvenuta la macabra scoperta, è disperata e assicura che anche altre persone che abitano nel condominio sono nella sua stessa situazione. 
LA SITUAZIONE 
«Nonostante martedì abbia segnalato nuovamente le condizioni del condominio - spiega la donna - non ho avuto piacere di ricevere alcun chiarimento né certezze riguardo alla situazione né dal Comune, né dall’amministratore di condominio. C’è così tanto odore che il portone deve stare aperto su indicazione del personale della Ditta Turkese affinché si possa permettere il naturale giro d’aria per ripulirla dall’odore dovuto a quella tragedia e da quello degli agenti chimici utilizzati in parte per pulire almeno gli spazi comuni». 
«Qualche irresponsabile si è preso pure la briga di rimuovere inspiegabilmente il nylon dall’uscio della porta dell’appartamento del defunto, di proprietà di una donna che ora abita in Germania che però non provvede neppure attraverso il suo gestore a risolvere la situazione. Anzi, quest’ultimo l’ha agito in un modo alquanto anomalo in condizioni igienico sanitarie terribili. Il gestore assieme ad altre due persone si è preoccupato di rimuovere e smaltire gli effetti personali del morto, compreso il materasso dov’è stato ritrovato, abbandonandoli per due giorni nel vano scale. Lascio solo immaginare in che condizioni si trovassero». 
«Aver abbandonato sulle scale queste cose - tuona - è stata un’azione da persona incosciente che non ha la benché minima conoscenza di cosa stiamo andando incontro a livello di igiene e salute».
Secondo la donna, «l’amministratore di condominio avrebbe dovuto provvedere allo smaltimento di queste cose, lasciate nelle parti comuni, attraverso l’intervento di Aps Rifiuti organici speciali, tutto sempre come previsto dalla legge. Ma l’amministratore si è fidato della disponibilità del gestore dell’appartamento dove abitava il defunto, che ha messo a rischio la salute di tutti noi spostando quel materiale contaminato nelle scale e nell’ascensore, lasciando pericolosi liquidi ovunque». 
L’inquilina, su piede di guerra assieme ad altre persone che abitano nel palazzo e in quelli confinanti, chiede all’amministratore di condominio di fare qualcosa: «In virtù dell’accaduto invito l'amministratore, ma anche il sindaco, di verificare la situazione nei nostri appartamenti. Io sono dovuta andare dal dottore perché continuo a sentirmi male. Il mio medico mi ha consigliato di abbandonare l’appartamento finchè non sarà tutto risolto perchè non ci posso abitare».
La richiesta, dunque, è quella di «provvedere a richiedere e verificare la bonifica e la ristrutturazione a calce viva dell’appartamento in cui è avvenuta questa disgrazia. Per non parlare del risanamento con pulizie straordinarie e tinteggiatura del mio appartamento. Nonché delle scale. Le mie condizioni di salute sono precarie tanto che mi sono dovuta allontanare. Ho dovuto spendere soldi per l’hotel, senza parlare del fatto che avrei dovuto riprendere servizio lavoro, ma in pratica è da quando è avvenuto il fatto che sono in malattia con aggravio sullo stipendio, sempre da rimborsare». 
IL RITROVAMENTO
Da venerdì 23 agosto la dirimpettaia del terzo piano del signorile condominio di via Marsilio sentiva nel vano scale un fastidioso odore intenso. In un primo momento pensava che il problema fosse nelle zone comuni, tanto che aveva allertato l’amministratore di condominio. Ma lunedì pomeriggio l’inquilina ha deciso di chiamare il 113 segnalando la situazione: quando hanno aperto la porta dell’appartamento hanno ritrovato un 51enne, morto almeno da una settimana. 
Marina Lucchin 
Ultimo aggiornamento: 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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