Lukaku sfida il razzismo. Lega e Fifa alzano il tiro: fermiamo le partite

Martedì 3 Settembre 2019 di Romolo Buffoni
Lukaku sfida il razzismo. Lega e Fifa alzano il tiro: fermiamo le partite
Razzismo, omofobia, antisemitismo: piaghe che deturpano il calcio su scala mondiale e che domenica sono riaffiorate nei nostri stadi. A Roma, fuori dall’Olimpico, cori contro gli ebrei hanno accompagnato i disordini prima del derby. A Cagliari, il centravanti dell’Inter Lukaku è stato bersagliato dai buu razzisti. Insulti che lo hanno ferito, come è sembrato dallo sguardo stralunato dopo il gol vittoria e come è stato chiaro ieri quando ha scritto su Instagram: «Molti giocatori nell’ultimo mese sono stati vittime di abusi razzisti. A me è successo ieri. Il calcio è uno gioco che deve far felici tutti e non possiamo accettare nessuna forma di discriminazione che lo possa far vergognare. Spero che tutte le Federazioni del mondo reagiscano duramente contro tutti i casi di discriminazione!!!. Signore e signori è il 2019 e invece di andare nel futuro stiamo tornando indietro».
TOLLERANZA ZERO
I fatti di Cagliari hanno allertato la Fifa, che da anni cerca di combattere il fenomeno. «Il razzismo non ha posto nel calcio - scrive la Federcalcio mondiale - La Fifa esorta tutte le federazioni associate, i campionati, i club e i tribunali sportivi ad adottare le procedure previste, nonché tolleranza zero nei confronti degli episodi di razzismo nel calcio, e di applicare le severe sanzioni previste in casi simili». Sanzioni che contemplano anche lo stop (temporaneo o definitivo) delle partite.
SOLIDARIETÀ E CONDANNA
A Lukaku è arrivata la solidarietà dell’Assocalciatori che, ricorda, nell’ultimo report ha sottolineato come il razzismo «risulta la prima forma di “violenza” nei confronti dei calciatori dei nostri campionati». «Purtroppo c’è sempre qualcuno che sbaglia - chiosa il ct della Nazionale Mancini - la speranza è che queste cose finiscano. Accade anche in Inghilterra: persone poco intelligenti purtroppo ci sono». Il Cagliari, i cui tifosi, il 3 aprile scorso, si erano già resi colpevoli di un episodio del genere nei confronti di Kean (all’epoca alla Juve oggi all’Everton), con una nota stigmatizza l’accaduto e «ribadisce l’intenzione di individuare, isolare ed estromettere dalla propria casa gli ignoranti, anche fosse uno soltanto, che si rendono protagonisti di gesti e comportamenti deprecabili». Solidarietà, ma al Cagliari, nel tweet di Bebe Vio: «Io ero lì, il tifo cagliaritano è fantastico, fatto per la maggior parte di famiglie con bambini, che si divertono. Non roviniamolo per pochi ignoranti. #Notoracism» ha scritto la campionessa paralimpica di scherma. La Sardegna Arena è uno stadio temporaneo, ma uno dei pochi di proprietà di un club italiano. Ci si aspetta che accada ciò che ormai accade normalmente in Inghilterra: l’individuazione degli incivili e la loro interdizione dall’impianto, come hanno fatto recentemente Chelsea e Liverpool che hanno “daspato” alcuni loro fan rei di insulti razzisti. «Ma la tecnologia da sola non basta - obietta il club del presidente Giulini - Serve l’aiuto di tutti: dai veri tifosi agli steward, dai media alle forze dell’ordine fino alla Lega Serie A e la Figc». A stretto giro di posta ecco l’annuncio della Lega di serie A: «A ottobre sarà lanciata un’iniziativa, a livello nazionale e internazionale, che coinvolgerà le 20 squadre di Serie A, con l’obiettivo di sensibilizzare tutte le tifoserie. Ad ogni club sarà chiesto di individuare un proprio calciatore, che entrerà a far parte della “Squadra contro il razzismo” della Lega, un testimonial che si farà portatore dei valori del rispetto e dell’uguaglianza. Il razzismo è un problema culturale, servirà l’impegno di tutti».

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