Si accascia tra le braccia del papà in spiaggia: nessuna speranza per la bimba di 13 mesi

Sabato 17 Agosto 2019 di Cristina Antonutti
Si accascia tra le braccia del papà in spiaggia: nessuna speranza per la bimba di 13 mesi (Foto di Mylene2401 da Pixabay)
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PORDENONE - Elsa, una bimba pordenonese di 13 mesi, si è accasciata tra le braccia del papà durante le vacanze nel Salento. Un medico di origine bengalese che vive a Lecce l'ha rianimata in spiaggia con l'aiuto di un'infermiera piemontese: quando l'hanno sentita piangere, tra i bagnanti è esploso un applauso. Ma ieri mattina, quando si è sparsa la voce che la piccola era in coma farmacologico e non c'erano più speranze di salvezza, a Spiaggiabella, nel parco naturale di Torre Rinalda, è calato il silenzio. Quando è stata affidata ai soccorritori arrivati in ambulanza allo stabilimento Kalù, si pensava che la bimba avesse superato la crisi. Invece, dopo l'arrivo in codice rosso all'ospedale Vito Fazzi di Lecce, le sue condizioni si sono aggravate a causa dell'aneurisma cerebrale che le ha provocato un'emorragia. I medici hanno deciso di trasportarla in elicottero al Bambin Gesù di  Roma, ma il volo della speranza si è interrotto a Bari, perchè durante il trasferimento la piccola era peggiorata. Nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari è stato fatto il possibile per salvarle la vita. Ieri mattina, purtroppo, ai genitori è stato comunicato che la situazione era gravissima e che sarebbero state avviate le pratiche per l'accertamento della morte cerebrale. Il periodo di osservazione, avviato nel primo pomeriggio di ieri, si sarebbe concluso a tarda ora. I genitori non hanno avuto esitazioni nell'autorizzare l'espianto degli organi.
LA TESTIMONIANZALa storia di Elsa ha toccato il cuore di tutti nel Salento. La vigilia di Ferragosto era assieme ai genitori, al fratellino e agli zii a Spiaggiabella, nel tratto di arenile non attrezzato. Improvvisamente ha perso conoscenza tra le braccia del papà e non reagiva ad alcuna sollecitazione. I due bagnini del Lido Kalù si sono subito resi conto della gravità della situazione. «Abbiamo dato l'allarme al 118 - spiega Luca Errico, gestore dello stabilimento balneare - e cominciato a chiedere tra i bagnanti se c'era qualche medico». Grazie al passaparola sono arrivati il medico bengalese e l'infermiera piemontese che si sono prodigati nelle manovre di rianimazione. «Si sono avvicinati - racconta Errico - e le hanno praticato il massaggio cardiaco. Sono stati momenti drammatici, mi resteranno sempre dentro, abbiamo fatto il possibile per salvarla». Il papà di Elsa si è fatto da parte per prendersi cura dell'altro figlio, ancora in tenera età. La mamma era disperata. In tanti hanno cercato di far coraggio ai genitori della bambina, molti pregavano e un 50enne cardiopatico si è talmente preoccupato per le sorti della piccola, che durante le fasi del soccorso è stato a sua volta colto da malore.
IL DOLORE«Prima che arrivasse l'ambulanza la bambina ha pianto - prosegue Errico - Ci eravamo rasserenati, poi questa mattina (ieri, ndr) lo zio ci ha comunicato che non c'era più nulla fare». Elsa ha lottato per due giorni al Policlinico di Bari. Purtroppo l'emorragia cerebrale causata dall'aneurisma, probabilmente congenito, era molto grave.
Cristina Antonutti
Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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