Case popolari a ​Padova, 1.900 inquilini a rischio decadenza e 226 ricchi sono pure morosi con l'affitto

Venerdì 9 Agosto 2019 di Marina Lucchin
Case popolari a Padova, 1.900 inquilini a rischio decadenza e 226 ricchi sono pure morosi con l'affitto
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PADOVA - C'è chi ha conti in banca anche a cinque zeri e chi risulta proprietario di case, garage, rustici e altri immobili. Eppure vivono in un alloggio popolare. E se finora l'hanno fatta franca, con la nuova legge regionale tutto viene a galla. Sono oltre 1.900 gli inquilini padovani dell'Ater che rischiano di essere sfrattati se non si adegueranno alle direttive entrate in vigore dall'1 luglio. Di questi, 226 non solo sono più ricchi rispetto a quanto previsto dalla legge ma, oltretutto, sono pure morosi da più di 4 mesi. Dall'inizio del mese scorso, giorno in cui è entrata in vigore la nuova normativa che prevede una situazione patrimoniale Isee inferiore ai 20mila euro, sono state spedite da Ater - per gli alloggi della provincia euganea e per quelli proprietà del Comune di Padova (gestiti sempre dall'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale) - un totale di 6.336 lettere. Risulta che 4.078 persone sono in regola. A rischio decadenza, invece, ci sono tutti gli altri: 348 perchè seppur in ordine con la nuova normativa, presentano una morosità superiore alle 4 mensilità, e altri 1901 perchè, invece, sono - almeno al momento - fuorilegge. Di questi ultimi, 1684 sono a rischio decadenza straordinaria (in base all'art.50) perché non sono in regola con i requisiti (Isee inferiore a 20mila euro all'anno o proprietari di altri immobili) e 226 perchè oltre a non avere i requisiti, sono anche morosi. 
TEMPO DUE ANNIA tal proposito intervengono sia il commissario dell'Ater, Gianluca Zaramella, che il direttore Marco Bellinello. Il primo evidenzia: «Nessuno viene buttato fuori casa. Chi non è in regola con la normativa ha 24 mesi per adeguarsi. Di certo noi non vogliamo infierire. I casi sociali li tuteliamo e facciamo una valutazione attenta di ogni situazione». Bellinello precisa: «Ora non basta più la dichiarazione dei redditi, è necessaria la situazione patrimoniale che identifica anche le giacenze in banca e le proprietà immobiliari. Ecco perchè scopriamo ora che alcuni non sono più in regola» Per quanto riguarda i veri furbetti, sono quindici i casi più eclatanti scoperti nel Padovano, che si aggiungono alla settantina sparsa in tutto il resto del Veneto. La situazione che più spicca è quella dell'inquilino che vive in un appartamento Ater da 96 metri quadri, per cui nel 2018 ha pagato un affitto annuo di soli 1.926 euro, ovvero 160 euro al mese. Peccato che grazie all'Isee presentato (che ammonta a 135mila euro), si scopra che in banca nasconde 800mila euro e che possieda anche immobili per 146mila euro di valore, nonostante il reddito di tutta la famiglia sia relativamente basso (16.500 euro).
FINTI POVERIPer lui l'aumento dell'affitto sarà decisamente consistente: passerà dai 160 euro al mese a 566, per un totale di 6.794 euro l'anno. Ma c'è anche chi risiede in un appartamento da 105 metri quadri e paga 176 euro al mese (2.120 all'anno) ma in banca cela 425mila euro (Isee da oltre 66mila euro). Per lui l'affitto passerà a 537 euro al mese. C'è, infine, pure chi assicura di non avere alcun reddito da lavoro, come la famiglia che vive in un appartamento Ater da 92 metri quadri, per cui paga solamente 10 euro al mese. Peccato, però, che in banca i componenti possano contare su un gruzzoletto da 344mila euro. Motivo per cui il canone di locazione dell'alloggio popolare passerà a 474 euro ogni 30 giorni (5.689 euro all'anno).
Marina Lucchin
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