Falsa malattia per passare l'estate a casa: alpino alla sbarra

Martedì 16 Luglio 2019
Falsa malattia per passare l'estate a casa: alpino alla sbarra
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BELLUNO - Ancora un militare del Settimo Reggimento alpini alla sbarra, dopo il caso di presunto nonnismo che presto andrà a sentenza e il processo per la presunta diffamazione con l'aggravante di discriminazione razziale di un capitano. Questa volta l'accusa è diversa: falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati che si imputa a un caporale. Tutto per allungarsi la malattia facendosi un'estate a casa. Il caporale Igino Manganiello, 28enne originario di Gaeta (Latina), avrebbe falsificato una decina di certificati medici nell'estate del 2016 producendoli e rimanendo a casa per malattia per un periodo di 3 mesi e 15 giorni. In realtà il certificato sarebbe stato  sempre lo stesso: un primo atto originale, regolarmente firmato dal medico di base dottor Raffaele Petrone, che il militare avrebbe utilizzato a suo piacimento. Il 28enne infatti, secondo l'accusa, avrebbe sostituito la data, di volta in volta, per allungare la convalescenza, creando così un falso. Il caso è approdato in aula ieri mattina, in Tribunale a Belluno, di fronte al giudice Angela Feletto, con il pm Sandra Rossi. Il processo entrerà nel vivo il 14 ottobre, con i primi testimoni che sfileranno in aula. Il Settimo Reggimento Alpini, parte offesa, non si è costituito nel processo. L'imputato è difeso di fiducia dallo studio dell'avvocato Giorgio Azzalini.
L'ACCUSAIl militare, che era a casa in malattia avrebbe trasmesso al Comando del Settimo, la serie di certificati falsificati per il periodo dal 3 maggio 2016 al 14 agosto 2016. Avrebbe così evitato di entrare servizio, in tutta quella estate, ingiustamente. Dalle verifiche, però, emerse che quel periodo di malattia non era stato disposto dal medico curante, ma dallo stesso alpino. Il certificato senza numero di protocollo veniva rinviato di volta in volta con date diverse, estendendo, di settimana in settimana, la convalescenza. Un giochetto che, alla fine, è stato scoperto e ha portato il caporale dritto in aula. Solo nel processo si scoprirà la linea difensiva e la spiegazione del militare.
Olivia Bonetti
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