Falsi prosciutti dop, il Consorzio di San Daniele: «Cambiare il disciplinare»

Sabato 13 Luglio 2019 di Cristina Antonutti
Falsi prosciutti dop, il Consorzio di San Daniele: «Cambiare il disciplinare»
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Dopo lo scandalo dei falsi prosciutti Dop, il Consorzio di San Daniele chiede di mettere mano al disciplinare ritoccando pesantemente proprio l'articolo numero 5, lo stesso che ha portato decine di allevatori friulani a processo. Il documento è stato ampiamente rivisitato, ma la novità più importante è proprio quella dei pesi. Adesso i suini destinati al San Daniele devono pesare tra i 144 e 176 chilogrammi quando entrano in macello, in futuro il peso sarà calcolato sulle carcasse. Le cosce dovranno provenire da carcasse che pesano da un minino di 110 a un massimo di 165 chilogrammi. Peso e classificazione delle carcasse verranno accertate al momento della macellazione. Che cosa cambia? Che il peso desunto da vivo arriverebbe fino a 201 chilogrammi.
La richiesta del Consorzio è stata inoltrata il 10 maggio al ministero delle Politiche agricole e alla Regione Fvg. Nessuna modifica alla zona di produzione delimitata dal disciplinare, ma una «riscrittura e semplificazione del testo», spiega il presidente Giuseppe Villani. La modifica del disciplinare è stata approvata sia dall'assemblea del Consorzio sia dalla Commissione gestione della filiera, l'organo che rappresenta prosciuttifici, macelli e allevamenti. Villani in poche righe spiega che sono state precisate meglio caratteristiche (genetiche e peso) e l'alimentazione dei suini destinati al Dop.
ALLEVATORI BEFFATI
È dall'autunno 2018 che il Consorzio lavora in sordina al disciplinare. Le nuove regole potranno essere introdotte soltanto se da Bruxelles ci sarà il via libera, ma non avranno effetto retroattivo per gli allevatori finiti a processo. Anzi, per loro sarà una beffa. Perchè lo stesso Consorzio che nel procedimento penale si è costituito parte civile, adesso cambia le regole. La situazione è molto tesa. In questo momento si stanno intersecando gli effetti delle due inchieste delle Procure di Pordenone e Torino che hanno sconquassato l'intera filiera. Soprattutto a Parma, dove l'Ipq ha perso l'incarico di certificazione e deve far fronte a ricorsi per la certificazione di 2,8 milioni di cosce sospettate di essere non conformi. Ci sono, dunque, importanti partite di prosciutti sotto sequestro in attesa di smarchiature. Gli allevatori sono in difficoltà sulla certificazione del peso delle partite di maiali inviati al macello. E numerosi, anche in Friuli, sono ancora i ricorsi pendenti per il dissequestro delle cosce. Tra i più agguerriti c'è l'avvocato Piergiorgio Bertoli, che continua a presentare istanze e ha commissionato una consulenza per verificare le procedure relative al disciplinare del San Daniele e del Parma, oltre ai due relativi Piani di controllo. La sperimentazione, affidata al consulente Edi Sanson, è partita a febbraio e ha evidenziato lacune nei Piani di controllo. Un mese fa è stato posto un quesito sulla questione dei pesi al ministero. Ma non vi è stata ancora risposta. Nonostante la situazione rischi di pregiudicare pesantemente l'attività degli allevatori.
Cristina Antonutti
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Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 13:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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