Imam violento difeso dalle mamme: «Lo faceva per educare i nostri figli»

Venerdì 12 Luglio 2019 di Alberto Beltrame
Treviso. Imam violento difeso dalle mamme: «Lo faceva per educare i nostri figli»
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PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) - «Non lo faceva per fare male, ma per educare». I genitori dei piccoli alunni della scuola di Corano del centro islamico di Pieve di Soligo difendono l'imam Faruk Omar. Non bastano le denunce delle insegnanti delle elementari che si sono accorte dei lividi, dei dolori al petto, delle difficoltà respiratorie (e delle crisi di pianto o degli attacchi di vomito) che presentavano alcuni bambini quando arrivavano in classe al mattino.

I bimbi impauriti, i lividi e la fatica a respirare

E nemmeno i riscontri dei carabinieri, che hanno registrato e filmato le vessazioni subite dai piccini all'interno della moschea. Per quei genitori che di fronte alle richieste di chiarimenti delle maestre hanno sempre minimizzato e negato tutto, con comportamenti ai limiti del favoreggiamento scrive il gip Gianluigi Zulian nell'ordinanza di misura cautelare di divieto di dimora eseguita nei confronti del predicatore bengalese indagato per maltrattamenti aggravati  su minori, «l'Imam era severo ma giusto, e quella non era violenza». Più che di culture, sembra di trovarsi di fronte a due mondi contrapposti. Da un lato quello della comunità islamica bengalese, dall'altro quella pievigina, che ha potuto contare sull'aiuto dei carabinieri e sul coraggio delle maestre delle elementari, le prime, e le uniche, ad accorgersi dei segni di violenza sui piccoli alunni, bambini dai 5 ai 10 anni, che partecipano alle lezioni di Corano tenute dall'imam Omar. Lezioni durante le quali il predicatore, scrive il gip, costringeva i bambini a imparare a memoria il Corano girando costantemente tra loro con un bastone facendoli vivere in un clima connotato da violenza fisica e psicologica, e da intimidazione collettiva ponendo in essere violenza fisica nei confronti di alcuni di loro. 
SONO INNOCENTEL'imam bengalese, 37 anni, dal 2010 guida spirituale del centro islamico di Pieve di Soligo, ora si trova a Mestre, a casa di conoscenti. «Non ho mai fatto nulla di male, la comunità mi conosce, non capisco perché mi stiano trattando così - si difende -. Il bastone? Lo usavo per richiamare l'attenzione dei bambini, non per dare delle botte». Lui si dice amareggiato, stupito: martedì non si aspettava la visita dei carabinieri di Vittorio Veneto che da settimane stavano monitorando le sue lezioni tramite registratori e videocamere piazzati nella sala di preghiera, con i quali hanno documentato ripetuti episodi di violenza, tra schiaffi, minacce, e soprattutto botte alla schiena, alle gambe e alle braccia con una verga di 70 centimetri e tre segnaposti di plastica (sequestrati durante la perquisizione), nei confronti di una ventina di piccoli alunni. «I carabinieri mi hanno dato una lettera e mi hanno detto che dovevo andare in caserma - dice l'imam - chiedendomi se mi serviva un avvocato. Io non l'ho voluto perchè non ho nulla da nascondere né ho mai fatto nulla di male». Oltre che imam Faruk Omar era il factotum del piccolo borgo in cui si trova il centro islamico e prestava aiuto anche nelle abitazioni dei fedeli per lavoretti di ogni tipo. «Sono stato io a sceglierlo e a portarlo qui nel 2010 - spiega senza tante remore Sarkar Biplob, segretario dell'associazione islamica di Pieve di Soligo -. Ho girato mezza Italia, da Roma a Milano, e poi ho conosciuto Faruk Omar a Bologna. Ma l'ho scelto soprattutto perchè è bravo con i bambini: non ho alcun dubbio sulla sua integrità ed escludo categoricamente che li abbia picchiati». Eppure i video e le registrazioni dei carabinieri non lascerebbero spazio a dubbi.
LA CONDANNAFerma la condanna del presidente del Veneto Luca Zaia: «Sono cose che a sentirle raccontare non sembrano vere e che ci riportano ad anni oscuri quando i bambini erano alla mercè del maestro. Invece sono vere ma grazie ai carabinieri l'incubo è finito per i piccoli malcapitati. Bisogna tenere alta la guardia contro chiunque non capisca che a casa nostra nessuno può sentirsi al di sopra delle regole».
Alberto Beltrame

Ultimo aggiornamento: 15:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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