Cnr: «Italia esposta, scomparsa la protezione dell'anticiclone delle Azzorre»

Mercoledì 10 Luglio 2019
Cnr: «Italia esposta, scomparsa la protezione dell'anticiclone delle Azzorre»

Il maltempo estivo di queste ore? L'Italia è sempre più esposta ad eventi climatici estremi perché manca la 'protezione' che era data una volta dall'anticiclone delle Azzorre. Una volta eventi climatici estremi come la grandinata di oggi a Pescara o le tempeste che stanno flagellando la costa adriatica erano il segno della fine dell'estate, ma ormai bisogna abituarsi, e soprattutto prepararsi, ad averle per tutta la bella stagione.

La colpa, spiega Antonello Pasini, fisico dell'atmosfera in forza al Cnr, è dell'anticiclone delle Azzorre, o meglio del fatto che non c'è più a proteggere la penisola dalle perturbazioni fredde. «Dopo che si è avuto un grande caldo e arriva una corrente fredda ci sono dei fenomeni come questi, è nella natura delle cose - sottolinea Pasini -. Quello che vediamo però è che una volta avvenivano dopo Ferragosto perché l'anticiclone delle Azzorre ci proteggeva dalle correnti perturbate che transitavano sul nord Europa ma anche dal caldo eccessivo. Ora la circolazione equatoriale è cambiata, arrivano anticicloni più caldi come quello libico, così non solo ci sono più ondate di calore, ma anche più eventi estremi perchè questi nuovi anticicloni non hanno la forza per rimanere per tutta la stagione e ci espongono quindi all'arrivo delle perturbazioni fredde».

Il cambiamento nella circolazione, precisa l'esperto, è dovuto ai cambiamenti climatici. «Con il riscaldamento globale si è amplificata la circolazione equatoriale, e appunto anticicloni che prima non uscivano dal deserto ora riescono ad arrivare nel nostro paese. I singoli eventi come quello di oggi non possono essere ascritti al riscaldamento globale, ma è un fatto che vediamo sempre più frequentemente questi episodi, e bisogna essere pronti perché la tendenza è questa». Le differenze sempre maggiori di temperatura sono anche alla base delle dimensioni dei chicchi di grandine, che possono raggiungere così livelli record come successo oggi a Pescara, spiega Pasini. «Le dimensioni dipendono dall'altezza delle nubi e dalla violenza con cui l'aria sale e scende quando si scontrano il fronte freddo e quello caldo. All'inizio i chicchi sono piccoli, ma si accrescono in base a questi parametri».

La tendenza, sottolinea l'esperto, sarà questa anche in futuro. «Noi possiamo limitare il riscaldamento globale, nella migliore delle ipotesi, ma siamo già ad un punto in cui vediamo alcuni effetti dei cambiamenti climatici.

Bisogna adattare i territori e prepararli ad episodi di questo tipo, e accanto al piano nazionale che si sta preparando è bene che anche i singoli comuni preparino i loro. Quando il meteorologo prevede che cadranno 100 millimetri di pioggia in un territorio infatti solo un sindaco può sapere quali sono i punti più a rischio e agire di conseguenza».
 

Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA