Incidente sulla Triestina. Tratto maledetto, più di trenta vittime in trent'anni

Domenica 16 Giugno 2019
Incidente sulla Triestina. Tratto maledetto, più di trenta vittime in trent'anni
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MESTRE - Da troppo tempo si parla di rendere complessivamente più sicuro quel tratto maledetto di Triestina. Tra Ca' Noghera e Caposile, passando per il Montiron e Portegrandi: gli ultimi incidenti risalgono a Ferragosto del 2016 (uno scontro con cinque feriti) e al 10 agosto, sempre del 2016, all'alba, con due morti, Linda Giorio di 22 anni e Leonardo Ascione di 21. Il 3 agosto dello stesso anno al Montiron aveva inoltre perso la vita Bonfiglio Burato, 66enne di Eraclea. Più di 30 morti negli ultimi trent'anni anni. Una cifra spaventosa.  Montiron, Portegrandi, Caposile: ogni anno è un bagno di sangue lungo la famigerata Triestina e lungo la sorella Jesolana che si dividono questo triste primato. Pochi chilometri di strada che invogliano a correre forse perché rettilinei, privi  apparentemente di insidie e che si rivelano invece una trappola, a volte purtroppo mortale. Sempre nell'estate 2016 un altro incidente, ancora nella zona del Montiron, senza gravi conseguenze per le persone coinvolte, ma che ha di fatto bloccato la Triestina per ore provocando code lunghe fino a dieci chilometri con i vigili costretti a bypassare il traffico attraverso le strade limitrofe. 
Tragedie che statisticamente si concentrano nel periodo estivo quando l'arteria è percorsa da migliaia di auto al giorno in entrambi i sensi di marcia. Molti negli anni gli incidenti accaduti nelle ore notturne e che hanno purtroppo visto coinvolti giovani che rientravano, stanchi, dalle nottate trascorse in discoteca a Jesolo o in altre località balneari. Nottate a volte costate carissime, finite in tragedia. L'incidente più grave è accaduto il 27 agosto del 1989 quando, vicino a Portegrandi, due vetture si scontrarono frontalmente. A bordo c'erano sette giovani, il più grande aveva 23 anni. Morirono tutti.
PIÙ SICUREZZAIn molti a più riprese hanno chiesto interventi per la messa in sicurezza dei tratti più a rischio, per allargare la carreggiata anche se spesso la causa degli incidenti più gravi è l'alta velocità con cui procedono gli automobilisti invogliati appunto dai lunghi rettilinei. E la stanchezza, talvolta lo stato di alterazione di molti ragazzi distrutti dopo una serata passata in nome del divertimento. Allegria che troppo spesso si trasforma, appunto, in tragedia. 
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