Roma, De Rossi, Londra, Pallotta e le sliding doors restano chiuse

Mercoledì 12 Giugno 2019 di Alessandro Angeloni
foto Mancini

Certe cose succedono solo a Roma e se proprio non a Roma, a Londra, un po' più in là.

De Rossi - nella City - mangia con la figlia Gaia nello stesso ristorante del presidente Pallotta e nessuno si accorge della presenza dell’altro. Incredibile, irreale, come fossero due persone normali e non due straconosciuti. E se - fantasticando - invece fosse accaduto il contrario? Un incontro in bagno, alla cassa. Sliding doors, ciack si rigira. Un futuro nuovo si apre, il passato per una volta si dimentica, altro che fumo di Londra. “Presidente, che ci fa qui”, avrebbe potuto dire De Rossi a Jim. “Tu, piuttosto...”. Vabbè, sono lì entrambi, che importa sapere perché e per come, si va oltre. Ecco, saluti, abbracci, spiegazioni postume e magari anche qualche rancorino tirato fuori davanti a quella cassa o alla porta della toilette del lussuoso ristorante londinese. “Vieni, Daniele, accomodati tra noi, del resto sei uno di famiglia”. Lì, in quel tavolo presidenti dirigenti vari della Roma del futuro, che a Daniele è stato sottratto. De Rossi consiglia, si agita al tavolo, fa il dirigente capitano, dimostra in quella sede di capire di calcio, di pallone, magari più di altri, abilissimi manager del resto dell'universo, di ciò che gli gira intorno ma che calcio da campo proprio non è. “Daniele, grazie dei consigli. Facciamo così: ti faccio il contratto da calciatore e l’anno prossimo costruisci la Roma del futuro”. La sliding doors, resta chiusa, e quel fumo di Londra sale ancora in cielo. Tutto come prima. Abbiamo scherzato. 

Ultimo aggiornamento: 21:20
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