Lutto nel mondo del cinema, la regista Yannick Bellon ha precorso le denunce sul gender gap

Mercoledì 5 Giugno 2019 di Franca Giansoldati
Lutto nel mondo del cinema, la regista Yannick Bellon ha precorso le denunce sul gender gap
Per sessant'anni ha filmato la vita delle donne, per mettere l'accento sulla loro capacità di non arrendersi, nemmeno nei momenti peggiori. Non rassegnamoci mai» era il suo motto. Yannick Bellon è scomparsa in Francia all'età di 95 anni e si può considerare una intellettuale che ha aperto tante riflessioni nella società con il suo lavoro di cineasta. A lei si devono due film chiave, come L'amore violato e La donna di Jean, due lavori che mettono a fuoco la condizione della donna spesso fatta di solitudine, di scarsa capacità di fare rete, ma di grande energia interiore che fuoriesce quando meno uno se lo aspetta.

Era nata a Biarritz nel 1924 in una famiglia di artisti, con una mamma fotografa, vicino alla corrente surrealista. Negli anni Settanta è sempre rimasta ai margini del movimento femminista, preferendo concentrarsi sulla modalità tutta femminile di ricostruirsi interiormente, persino contro le convenzioni e le violenze ordinarie che la società continuava (e continua) a somministrare in termini di esclusione al lavoro o disparità contrattuale.

Il suo primo lavoro risale al 1948, in una Francia post bellica. Si chiama Goemond e racconta il lavoro delle raccolte delle alghe nere in Bretagna. L'opera fu presentata a Venezia. Un film iper realista che suscitò interesse. A quello è seguito "Colette, sulla via della scrivania". Dalla fine degli anni settanta ha cominciato ad occuparsi di violenze di genere, anticipando i tempi, mettendo in evidenza come lo stupro produce ferite interne difficilmente rimarginabili. Ultimamente i suoi lavori sono stati un po' dimenticati o messi da parte, ma il suo percorso artistico e professionale ha indubbiamente aperto nuove strade, anticipando i tempi.
Ultimo aggiornamento: 18:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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