Autista in servizio blocca l'autobus e pesta il nuovo compagno dell'ex

Venerdì 31 Maggio 2019
Autista in servizio blocca l'autobus e pesta il nuovo compagno dell'ex
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PONZANO - Ha patteggiato 8 mesi per stalking ieri in tribunale a Treviso un autista che da quattro anni molestava l'ex compagna, madre della loro unica figlia. Nel 2015 la prima denuncia della donna, stanca di vessazioni e scatti di aggressività da parte dell'uomo. Ira che l'autista non riservava solo all'ex compagna, ma anche alla mamma di lei e al suo nuovo compagno.  Proprio contro quello che considerava un autentico rivale in amore lo scatto di rabbia mentre era in servizio. L'autista dopo aver visto il rivale seduto a un tavolino del bar aveva infatti inchiodato l'autobus davanti Al caiceto di Ponzano, era sceso e aveva iniziato a spingere e malmenare il nuovo compagno della ex. Gesto finito tra le denunce e gli atti d'accusa contenuti nel fascicolo d'inchiesta della procura per stalking. 
 
PERSEGUITATA«Ritira la denuncia se non vuoi che la tua vita si trasformi in tragedia». «Io ti massacro, ti rovino la vita». Erano di questo tenore i messaggi con cui l'uomo ossessionava la ex, poco più che trentenne. Si erano separati nel 2015 dopo una convivenza fatta di tensione, botte e minacce. Non bastava infatti la presenza della bambina a placare l'aggressività del quarantenne che in più occasioni avrebbe schiaffeggiato la convivente davanti alla piccola. Dopo l'ennesimo pestaggio la scelta della donna di andarsene dalla madre. Scelta che l'uomo non accetta e che lo trasforma in uno stalker violento e minaccioso. La trentenne ne è terrorizzata. 
RICHIESTA DI AIUTOPresenta una prima denuncia nel 2015. Ne seguono altre. Ma il comportamento violento dell'autista peggiora. Tanto che minaccia e picchia anche la madre di lei. Viene raggiunto anche da un ammonimento del questore, ma ancora nulla: gli insulti e le minacce continuano. La giovane vittima però non cede e continua ad alimentare l'inchiesta con nuove segnalazioni. Fino al rinvio a giudizio e all'epilogo del processo ieri in tribunale, dopo quattro lunghi anni. «Purtroppo - dicono gli avvocati della vittima Antonella Picco e Stella di Bartolo - il carico di lavoro in tribunale rende difficile dare una corsia preferenziale a questi reati le cui vittime meriterebbero ben altra tutela». 
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