Elezioni europee, boom Lega: cosa cambia nel governo? Tav, autonomie, tasse: ecco l'agenda

Lunedì 27 Maggio 2019
Elezioni europee, boom Lega: cosa cambia nel governo? Tav, autonomie, tasse: ecco l'agenda
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La nuova fase. Con equilibri diversi - «Ma tanto la maggioranza del numero dei parlamentari in Italia continueremo ad averla noi», mette le mani avanti Di Maio - e dunque con pesi diversi rispetto a prima nelle varie scelte e nella soluzione di numerosi dossier aperti sul tavolo dei giallo-verdi. Cantieri e Tav, famiglia, Salva Roma, conflitto d’interessi, salario minimo, referendum propositivo. Ecco i nodi da sciogliere. Su alcuni faceva catenaccio la Lega contro M5S, su altri il contrario.

Elezioni europee, Salvini teme il collasso M5S. «Adesso do io le carte»

Ma adesso, il cantiere fermo del governo deve ripartire e la trattative ricominciano. Con un Carroccio più baldanzoso. Ci sarà un Cdm in settimana, per discutere i punti rinviati nella riunione notturna di lunedì scorso: dal decreto sicurezza bis alle autonomie. Ma la tenuta del governo si misurerà anche sugli appuntamenti europei e su un dossier tutto politico come la sentenza Rixi. Di cui, se condannato, M5S ha già chiesto le dimissioni. Ma il “prima” quasi in nulla potrà essere uguale al “dopo”.

Tav
Dalle urne una spinta al via libera

L’alta velocità è stata il simbolo dell’indurimento dei rapporti interni alla maggioranza giallo-verde.

Adesso, lamelina che è riuscita a strappare M5S difficilmente è destinata a continuare. La Lega ha fatto della Tav il suo totem per il Nord, specie in presenza delle difficoltà di soluzione sull’autonomie, e da subito vuole chiudere la partita imponendo il Sì. Il Nì non è più possibile, perché a settembre gli accordi europei impongono la decisione. Più probabile l’opzione numero uno. E sarà pure un tema identitario per i grillini quello della Tav,ma la vittoria del fronte Sì Tav in Piemonte alle Europee e alle Regionali non potrà non influire sul movimento della «decrescita felice».
 

Manovra
Verso lo scambio tra flat tax e cuneo fiscale

Dove trovare i 30-35 miliardi per la manovra economica? La Lega spera in una commissione Ue più amica, nelmix popolari-sovranisti, per consentire all’Italia di sforare i parametri, e di trovare i fondi per la Flat Tax al ceto medio, che è il tema dei temi. Su cuiM5S nicchia, ma qualcosa dovrà cedere perché Salvini e il Nord sulla scossa fiscale confidano sempre di più. La trattativa riguarderà anche i soldi per sterilizzare i 23 miliardi dell’aumento dell’Iva.M5S punta alla riduzione del cuneo fiscale, e il do ut des è sicuro. Ma bisognerà vedere se nel voto la Lega non avrà vinto troppo e M5S non avrà perso troppo.

Sicurezza
Pronto l’ok al decreto bis sui migranti 

Il decreto sicurezza bis. E’ stato l’ultimo campo di battaglia su cui si sono confrontati gli alleati.Ma il rinvio ora non sarà più rinviabile. Su questa misuraM5S può resistere meglio che su altri dossier, anche perché conta sul sostegno esplicito - e i contatti in corso non sono pochi - della Chiesa. Per non dire dellamoral suasion del Quirinale, e il 22 maggioMattarella ha incontrato su questo Conte e Salvini. Si dovrà decidere sull’effettiva chiusura dei porti. Salvini vuole renderla davvero reale. Per non incorrere in altre figuracce. 

Sud
La freddezza 5Stelle frena l’autonomia

L’autonomia ha stentato e resterà un punto interrogativo piuttosto sostanzioso anche nella fase 2 del governo. E’ il tema che più preoccupa Salvini. Sarà ancora stretto tra le insistenze dei governatori del Nord, che lui aveva calmato dicendo: «Aspettiamo le Europee», e la barricata grillina che su questo, facendo sponda nell’iter parlamentare con il Pd e sentendosi in sintonia con il sentimento generale del Paese, poco disposto a disunirsi, ha molte carte da giocare. Su questo dossier Salvini soffre oltretutto del fatto che il resto del centrodestra non lo segue affatto. I segni di disaffezione dell’elettorato meridionale versoM5S rafforzano la resistenza di Di Maio. E il problema è tutto di Matteo.

Roma
Un fronte trasversale pro Capitale

O tutti o nessuno!». Con questo slogan Salvini ha eliminato il Salva-Roma dal decreto crescita. Con la seguente motivazione stramba: anche le altre città avrebbero bisogno di aiuto, non solo la Capitale.Ma adesso, proprio per la debolezza di queste motivazioni e per l’isolamento politico in cui il leader si è infilato, sulle ragioni di Roma sul debito il capo lumbard potrebbe cedere. Si tratta però di trovare una via d’uscita onorevole. Ciò che è certo è che un fronte largo si è formato in Parlamento, da Forza Italia a FdI, più il Pd, e questo aiuterà la strategia dei grillini che ripresenteranno il Salva-Roma in sede di conversione in legge del decreto.

Giustizia
L’urgenza è cambiare il processo

L'abolizione o ritocco dell’abuso d’ufficio è stato il botto finale sparato da Salvini. Poche le chances che si farà. Così come la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente. Ameno che davvero una Lega più forte riuscirà a far riscrivere il Contratto di governo. La riforma del processo penale e di quello civile, vera priorità di Salvini, sarà invece sul piatto.M5S aveva assicurato che, in cambio dell’approvazione della cosiddetta «prescrizione eterna», che entrerà in vigore nel 2020, non si sarebbe opposto alla riforma generale dei codici.

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