Pedemontana Veneta, l'ira di Zaia contro il ministro all'Ambiente Costa

Venerdì 24 Maggio 2019
Pedemontana Veneta, l'ira di Zaia contro il ministro all'Ambiente Costa
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Pedemontana Veneta, è scontro al massimo livello tra Lega e Cinquestelle. Di più: tra il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, e il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia. Ad accendere lo scontro, un paio di settimane fa, è il ministro Costa: il quale, dopo aver condiviso un video postato su Facebook da una consigliera comunale 5stelle di Montecchio Maggiore, Sonia Perenzoni, che contestava un tratto di Pedemontana, ha annunciato un'ispezione dei carabinieri. «Ora basta» ha detto il ministro. E la Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo sulla vicenda, "per valutare la compatibilità ambientale dell'opera". E Zaia proprio non ci sta: il governatore risponde a muso duro, durissimo, al ministro.

«Sulla Pedemontana Veneta - sbotta Zaia - l'iter ha coinvolto di volta in volta l'Anac, la Corte dei Conti, l'Avvocatura dello Stato, le Ullss e l'Arpav per le analisi. Adesso arriva lui che dichiara di aver ricevuto un video dal meet-up, che sarebbe una sorta di rete di sostenitori del suo partito, e immediatamente manda la Procura e i carabinieri per bloccare i lavori. Bastava un colpo di telefono e gli avremmo dato tutte le informazioni e la documentazione che gli servivano».

 Sono le parole con cui il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha replicato a muso duro alle affermazioni di ieri sull'infrastruttura da parte del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, napoletano. Sottolineando che «qui facciamo tutto alla luce del sole», Zaia ha definito «scandaloso che, invece, tra Istituzioni li si voglia gestire attraverso le Procure, quando si può chiedere e avere in un minuto tutta la documentazione. E tutto ciò quando avviene? A un giorno dalle elezioni. Se dobbiamo avere a che fare con gente che vede ladri e malaffare dappertutto, vuol dire che questo paese è destinato alla paralisi, all'oblio».

Zaia ha quindi ricordato che «stiamo parlando di un'opera che vede al lavoro 1.900 addetti, per 2 miliardi 258 milioni di investimento; che collegherà Treviso a Bassano in 20 minuti, Treviso a Montebelluna in 10, Treviso e Vicenza in 40-45, servendo distretti produttivi tra i più importanti d'Italia; che è voluta dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Non c'è un Comune che abbia votato contro e il ministro - ha concluso - ci manda la Procura e i Carabinieri, trattandoci da delinquenti. Non esiste!».

LA SFIDA 
«Costa - ha proseguito Zaia - ha detto che per la salute dei cittadini una strada si può anche bloccare, e su questo sono pienamente d'accordo, la salute dei cittadini viene prima di tutto. Non abbiamo nulla contro qualsiasi tipo di controllo, anzi, siamo i primi ad essere stati rigorosissimi, perché la Regione Veneto non è Luca Zaia, ma Ulss, Arpav, il Commissario della Pedemontana, che è il Vice Avvocato Generale dello Stato. Controlli pure anche il ministro, ma bastava una telefonata e avrebbe avuto ogni informazione e tutte le analisi».

Zaia ha ribadito che «non siamo dei delinquenti che fanno sparire i rifiuti dietro muri di cemento armato. Se il ministro Costa vuol fare il paladino dei cittadini, accetti anche di andare di corsa al Ministero a firmare il decreto per zero Pfas in tutta Italia, come ha già fatto la Regione Veneto per la sua gente che, grazie ai limiti che abbiamo fissato noi, da tempo beve acqua assolutamente pulita».



 

Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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