Vocazioni in crisi? Macché, ecco 3 nuovi sacerdoti: c'è anche Luca, l'ex bagnino

Sabato 11 Maggio 2019 di Pier Paolo Simonato
Da sin.: Luca, Alberto e Giulio
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Era agnostico, ma a 25 anni è successo qualcosa che lo ha spinto a cambiare vita (e contenuti) all'improvviso. Tanto che oggi pomeriggio il diacono Luca Ciligot, classe 1978, originario di Torre, riceverà l'ordinazione sacerdotale. In realtà la sua svolta personale non è maturata da un giorno all'altro. Con lui, alle 15 nella cattedrale di Santo Stefano a Concordia Sagittaria, diventeranno preti il 25enne Alberto Della Bianca, portogruarese, e Giulio Grandis, nato a Maniago nel 1987. Una terna destinata a irrobustire le fila dei preti della Diocesi di monsignor Giuseppe Pellegrini, duramente provate da lutti, malattie e anzianità. Ormai sono poco più di 200, nella terra tra Lemene e Livenza, con 188 parrocchie. Troppo lavoro e poche risorse: servono più che mai forze fresche.
Fra i tre cammini di fede, la vicenda personale di Ciligot brilla d'intensa luce propria. Come a dire che è molto difficile capire ciò che davvero alberga nel cuore e nel destino dell'uomo. Per lui prima messa da don domattina alle 11, nella chiesa dei Santi Ilario e Taziano di Torre, sotto lo sguardo vigile dei genitori Franca e Bruno. Proprio loro (insieme allo zio Mauro e ad altri amici) hanno avuto un ruolo decisivo nel convincimento del figlio. Perché Luca, dopo essere stato da giovanissimo chierichetto, si era allontanato progressivamente dalla Chiesa, che sentiva come una sorta di corpo estraneo. Prima liceale e poi studente universitario d'Ingegneria, da non praticante era diventato agnostico. Che è cosa un po' diversa dall'ateismo puro e militante, basandosi non sul credo bensì sul metodo della ragione, ma comunque molto distante dalla teologia. Così aveva fatto il bagnino in piscina e l'insegnante di nuoto, restando sempre fieramente diviso dal vecchio mondo conosciuto da bambino. Poi, a 25 anni, si era sviluppata la decisione di ricevere la Cresima per far ripartire il dialogo. A seguire, lentamente e in meditata sequenza, ecco giungere le esperienze con una comunità di francescani, la facoltà di Teologia a Padova, la Piccola missione dei sordi a Roma, la Casa generalizia di Trastevere. Infine la Comunità vocazionale di Villanova, i 5 anni in Seminario e il parallelo impegno parrocchiale di Spilimbergo, soprattutto al servizio di giovani e malati. Tappe che oggi lo portano all'altare con una consapevolezza forte, mediata dal rapporto vissuto con confratelli come Giuseppe Grillo, Bruno Della Rossa, Egidio Masutti e padre Edoardo. Qualcuno di loro non c'è più, ma l'impronta è rimasta. Reduce dagli esercizi spirituali a Casa Betania di San Quirino, il 41enne ha confidato una speranza al settimanale diocesano Il Popolo in vista del duplice rito: «Non risultare troppo rigido, a scapito della gioia che dovrebbe sgorgare invece dalla vicinanza con il mistero di Cristo, che si rende presente in mezzo a noi nell'Eucaristia e nella comunità che la condivide». Quindi l'auspicio: «Che i presenti siano concentrati su Gesù, più che sul celebrante che lo rappresenta». Sostanza e non apparenza.
GLI ALTRI
Prendono i voti definitivi con Ciligot due colleghi diaconi più giovani. Alberto Della Bianca, 25 anni, ha maturato la vocazione partendo dai contatti con i frati cappuccini (dei quali ammira la sobrietà), i missionari e la frequentazione di ragazzi in difficoltà. Il 32enne Giulio Grandis, ex Don Bosco, dopo i classici incontri vocazionali con i salesiani, ha frequentato con successo Archeologia a Venezia ed è poi entrato in Seminario. Sempre in tema, domani alle 9.45 a Ceolini di Fontanafredda si passerà dal canto di tordi, quaglie, merli, allodole e fringuelli protagonisti del Pic-Nic a quello dei coristi nella parrocchiale di don Leo Collin. Musica diversa per un paese in festa.
 
Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 14:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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