Neonato abbandonato, corsa per adottare il piccolo Giorgio

Venerdì 26 Aprile 2019 di Elisa Cacciatori​ e Francesco Campi
Neonato abbandonato, corsa per adottare il piccolo Giorgio
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ROSOLINA (ROVIGO) - Il neonato abbandonato in un borsone sportivo, nudo e solo, davanti al piccolo cimitero di Rosolina, avrà presto una famiglia. In tanti in queste ore si sono fatti avanti, contattando l'Ulss Polesana, il Comune di Rosolina e anche la parrocchia offrendo la propria disponibilità ad accoglierlo ed a donare vestiti o giochi per il piccolo, o anche solo un abbraccio. Un moto spontaneo che ha presto superato i confini non solo della provincia di Rovigo ma dello stesso Veneto. Per Giorgio, questo il nome che gli è stato dato dall'equipaggio dell'ambulanza che lo ha soccorso mercoledì mattina alle 10, probabilmente meno di un'ora dopo che era venuto alla luce, in omaggio proprio all'infermiera Giorgia Cavallaro, che per prima lo ha abbracciato, il Tribunale per i minorenni di Venezia individuerà a breve la coppia di genitori, nell'elenco di quelli già dichiarati idonei, cui affidarlo. Nell'atto di nascita, che deve essere compilato entro dieci giorni, verrà annotato che è figlio di genitori ignoti, con la Procura del Tribunale dei minori che aprirà contestualmente la procedura di adottabilità, affidando già alla famiglia che, se non emergeranno aspetti tali da bloccare l'iter, diventerà poi quella adottiva. 
 
IN OSPEDALEIntanto, sul fronte medico, arrivano conferme della forza del piccolo, le cui condizioni di salute sono ottime: «Sta bene e tutto procede bene, come qualsiasi altro neonatino sano», precisa il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella che spiega anche come il trasferimento dal reparto di Pediatria dell'ospedale di Adria a al reparto di neonatologia dell'ospedale hub di Rovigo avvenuto ieri, sia stato dettato unicamente da ragioni di tipo giuridico e burocratico e non sanitarie. «Il neonato mangia regolarmente si precisa dall'Ulss Polesana - con poppate da biberon ogni 3 ore e 30, è roseo e vitale. Gli esami effettuati non hanno riscontrato problematiche, né infezioni. Per sicurezza è effettuata una prima batteria di vaccinazioni contro l'epatite e altri controlli specifici previsti dal protocollo per bimbi accolti dopo eventi traumatici come un abbandono a poche ore dalla nascita». L'abbraccio collettivo, che arriva dalle centinaia di messaggi sui social network, nei quali ognuno cerca di manifestare affetto e vicinanza, ha trasformato la straziante storia dell'abbandono del neonato, in un momento di generosità unificante. Che si è sposato, nella piccola comunità di Rosolina, con le celebrazioni di un 25 aprile che quest'anno ha assunto un sapore tutto particolare, come una sorta di inno collettivo alla vita. 
IL PRIMO CITTADINO«La vita ha trionfato ed è una gioia, per tutti noi di Rosolina, che Giorgio sia in buona salute ha detto il sindaco Franco Vitale - Una notizia, che per come l'abbiamo inizialmente appresa poteva essere una tragedia, è invece diventata un momento di festa, cui va il merito di aver fatto capire ad ognuno di noi i tanti aspetti del valore della vita.

Tra le altre cose ci ha soprattutto insegnato ad essere uniti e solidali anche nei confronti di una mamma che ha dovuto optare per la scelta che conosciamo, ma che invitiamo a chiedere aiuto rivolgendosi alle associazioni di volontariato attive nel territorio, alla parrocchia, all'Ulss per essere accompagnata nel suo percorso». In queste ore in tantissimi, gli hanno telefonato per offrire la propria disponibilità. «Tante persone mi hanno avvicinato spiega - per chiedermi istruzioni sull'adozione del bambino. Ma oltre a questo fa piacere anche sapere che la popolazione si stia stringendo attorno alla difficoltà che la madre ha affrontato e che l'ha portata ad optare per quella soluzione che conosciamo tutti. Non c'è critica, ma compassione. La invito a rivolgersi all'autorità competente per chiedere aiuto, vicinanza e solidarietà». La donna, infatti, potrebbe vivere in paese ed a lei si indirizzano anche le parole del parroco, don Lino Mazzocco: «Probabilmente la madre del neonato non può rivolgersi alle istituzioni, questa storia ha messo a nudo la sua difficoltà e la sua fragilità. Potrebbe però farlo con qualcuno che le garantisse l'anonimato di cui ha bisogno ed io potrei essere una persona di queste, non la giudico e non ho mai voluto farlo in questi giorni. Mi hanno chiamato tante famiglie per sapere come adottare questo bambino. Sono stato contento per la risposta della comunità».

Ultimo aggiornamento: 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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