Timbrava il cartellino e andava a spasso: a processo dipendente dell'Anticorruzione

Venerdì 19 Aprile 2019 di Marco Carta
Timbrava il cartellino e andava a spasso: a processo dipendente dell'Anticorruzione
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Il giro in motorino durante l'orario lavorativo. O la pausa sigaretta infinita. Dal suo ufficio avrebbe dovuto garantire la legalità delle procedure del Comune di Roma. Invece, dopo aver strisciato il badge d'ingresso, si allontanava dalla sua scrivania senza alcuna giustificazione. Credeva di poter beffare il suo datore di lavoro, il Campidoglio, alle prese con problemi ben più gravi. Non aveva fatto i conti, però, con due colleghi. Stanchi delle frequenti «fuitine» della dipendente, in forza al dipartimento Anticorruzione e Trasparenza, hanno segnalato le sue abitudini attraverso il sistema del whistleblowing, che garantisce l'anonimato a chi denuncia il comportamento illecito di un collega, ossia, una donna di 56 anni che, dopo il licenziamento nel novembre del 2017, ora è accusata di truffa nel processo che si aperto a piazzale Clodio.

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Secondo l'accusa, rappresentata dal pm d'aula Gianluca Mazzei, S.G. avrebbe raggirato il Campidoglio, «allontanandosi dal luogo di lavoro, senza timbrare l'uscita e quindi facendo risultare falsamente la presenza in servizio», come si legge nel capo d'imputazione, in almeno 11 casi, intascando indebitamente 210,80 euro lorde.

Le infrazioni quasi sempre al mattino: in un caso la donna avrebbe abbandonato via Petroselli senza strisciare il badge per andare in un bar all'Eur in scooter, come evidenziato dagli agenti di polizia locale, che per venti giorni nella primavera del 2017 hanno svolto gli accertamenti sulla donna, immortalata spesso «sulla terrazza posta sopra l'accesso principale del dipartimento Simu», dove fumava e chiacchierava al telefono anche per più di un'ora.

Ultimo aggiornamento: 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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