«Siete prostitute, dovete starci». Clienti del night a processo per violenza

Giovedì 18 Aprile 2019
Il night club Vedania sulle rive del lago di Vedana
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SOSPIROLO - «Sei una putt... e ti devi far sc...». Quando dicevano queste cose alle entraineuse erano ubriachi, e tanto, i tre clienti che la notte del 17 luglio 2016 entrarono al night club Vedania, poco prima della chiusura. Avrebbero, secondo le accuse, aggredito e palpeggiato due figuranti di sala. E per questo sono alla sbarra di fronte al tribunale di Belluno, in composizione collegiale, con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Si tratta di Catalin Voinea, 28 anni, romeno, residente a Feltre, il connazionale Alexandru Ion Daciu, 30, residente a Pedavena (difesi dagli avvocati Ilenia Faoro e Pierluigi Cesa) e Roman Lozovanu, 29, moldavo (avvocato Manola Lise). Ieri hanno parlato in aula le due ragazze che avrebbero subito quelle violenze, che sono costituite parte civile con l'avvocato Martino Fogliato.
 
L'udienza ieri è stata sospesa più volte a causa della sofferta deposizione delle due ragazze, parti offese. Si sono interrotte ripetutamente per le lacrime. Ma hanno anche fatto confusione. «Non è una cosa su chi si scherza - ha detto la presidente - o su cui fare confusione: bisogna stare molto attente, o potrebbero esserci conseguenze per voi». Le due ragazze, due sorelle romene, erano sedute sul divanetto, con una collega, anche lei figurante di sala, dominicana, quando 7-8 ragazzi fanno irruzione. «Parlavano romeno - ha detto ieri una delle due giovani - conosciamo i nostri paesani, quando sono ubriachi non sono così tranquilli». Tanto che una di loro li avvertì: «Qui siamo in un paese civile, non in Romania, smettetela».
I tre finiti alla sbarra, riconosciuti ieri dalle testimoni tramite le fotografie fornite in aula, avrebbero iniziato a mettere le mani addosso alle ragazze, chiedendo di fare sesso con loro, a pagamento. «Ci dicevano che siamo prostitute - ha detto la ragazza - e che dovevamo stare con loro». In realtà, come spiegato dalla figurante di sala le ragazze sono lì solo per intrattenere. «Siamo vestite eleganti, non con abiti succinti o sexy - ha spiegato - e il cliente se vuole paga 15 euro per bere e parlare con noi per un quarto d'ora». Ma quei clienti volevano pagare per fare altro. Le tre si rifugiarono nel camerino. «Nessuna di voi scappa - avrebbero detto i tre - quando uscite nessuna scappa». «Quando ho visto i carabinieri- ha detto la ragazza ieri - è come se avessi visto Dio».
LA DIFESA
In realtà le domande della difesa hanno sollevato diversi dubbi sulla attendibilità delle due parti offese: la querela è stata presentata a 7 mesi dai fatti, dopo che uno degli imputati aveva denunciato il titolare Roberto Callegher. Poi è stata ritirata. Inoltre nelle prime dichiarazioni le ragazze non hanno mai parlato di palpeggiamenti, particolare che ieri non hanno saputo spiegare.
Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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