Furti e rapine con le divise della Polizia rubate: tre arresti

Mercoledì 17 Aprile 2019 di Marco Corazza
Furti e rapine con le divise della Polizia rubate: tre arresti
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GORIZIA - Si travestivano da addetti alle forze dell'ordine per mettere a segno furti e rapine a casa degli anziani: sgominata dalla  Mobile di Gorizia una banda di malviventi. Da mesi gli agenti diretto da Claudio Culot, capo della Mobile isontina, stavano indagando sulla banda che riusciva ad intrufolarsi nelle abitazioni indossando divise simili alle forze di Polizia. Uno stragemma per riuscire a rovistare e rubare preziosi e denaro. Per mesi gli investigatori hanno cercato di fermare la banda, anche con inseguimenti sul filo dei 200 all'ora, purtroppo senza successo almeno fino ad oggi.

Le complesse indagini sono iniziate dopo una rapina commessa a Gorizia il 26 febbraio 2018 da sedicenti agenti di polizia che, sorpresi dall’anziana proprietaria a rubare nella sua abitazione, la minacciarono e quindi la derubarono dei beni di valore e della cassaforte sradicata dal muro. Allora i banditi fuggirono con un’Audi A1 Sportback S1di colore grigio chiaro, da 231 cavalli che, dalle registrazione degli impianti di videosorveglianza, entrò a Gorizia alle 9.28 con una targa d’immatricolazione, mentre nel primo pomeriggio del giorno precedente la stessa auto, passò davanti alla telecamera con un' altra targa, dopo essere arrivata a Grado con al seguito due camper, intestati ad altrettante donne appartenenti a un gruppo di “sinti” piemontesi autori di vari furti. Latarga “clonata” riprodotta sull’Audi A1, risultò appartenere ad una vettura simile di colore bianco con tetto nero, di un padovano posteggiata nella città del Santo, spesso trovata a fianco degli stessi camper. 

Il secondo colpo fu consumato il 3 maggio a Tavagnacco di Feletto Umberto (UD), dove l’anziana vittima subì il furto in casa da un uomo che si presentò dicendo di dover controllarle il contatore del gas assieme ad un complice, riuscendo a rubare dalla camera da letto denaro e preziosi in oro. Ne seguì la fuga con l' Audi A1 di colore grigio metallizzato, che era arrivata a Grado la sera precedente ma con altre targhe. Dopo quel furto l'auto fu intercettata dalla Polizia e ne seguì un rocambolesco inseguimento nel quale, per sfuggire, la vettura attraversò diversi centri abitati arrivando a Portogruaro, a 140 all'ora, evitando per un soffio la collisione con una “Volante” che tentava di fermarla. Poco distante i banditi gettarono dai finestrini delle buste di nylon con dentro uno zaino, una smerigliatrice e dischi da taglio, strumenti di effrazione e, ancor più interessante, i capi d’abbigliamento necessari dei falsi poliziotti con un berretto, i gradi tipo sergente, una giubba con bottoni dorati, lo scudetto “Aeronautica Militare” e cucite sulle spalle due mostrine a quattro stelle dorate, nonché un cinturone bianco. La fuga proseguì in autostrada, dove l’Audi passò a 240 orari davanti a una pattuglia della Stradale, e fu trovata poi in un parcheggio vicino ad Asti, con altre targhe e non più di colore grigio ma bianca con il tettuccio nero, grazie al “car wrapping”. Di fatto i malviventi riuscirono a camuffarla, rimuovendone la pellicola. Da allora l’autovettura venne “accantonata” ma nella serata del 23 luglio sfrecciò a Bibione  a seguito dei soliti camper, accompagnati questa volta anche da una Volkswagen Polo R6 di colore bianco, da 253 cavalli. Nel corso dei servizi della Squadra Mobile di Gorizia, gli agenti notarono comparire in questo caso una diversa targa, clone di un' altra Volkswagen dello stesso tipo.

Il 24 luglio la Polo partì da Bibione con i ladri che misero a segno due furti: a Pordenone e ad Aviano. Furono seguiti e quindi perquisiti insieme alla Squadra Mobile di Venezia dopo il loro rientro ai camper fermi a Bibione. Vennero così sequestrati 23.800 euro in contanti, preziosi, telefoni cellulari, ricetrasmittenti, torce elettriche, guanti e indumenti per il travisamento, clip per porta tesserino e un tesserino con la dicitura “Comandante di Polizia Andrea De Marchi”. Gli agenti hanno anche trovato 487 lettere e numeri di colore nero adesivi, usati per clonare le targhe, nonchè una striscia adesiva per clonare la targa di una Volkswagen Polo intestata ad una persona di San Vito al Tagliamento. Li vicino furono rinvenuti e sequestrati anche alcuni sacchi di colore nero nascosti tra la vegetazione sull’argine del fiume Tagliamento. Al loro interno c'era uno zaino con dischi da taglio e la smerigliatrice angolare, un piede di porco, un leverino, un cacciavite, prolunga elettrica, un dispositivo rilevatore di metalli e un berretto tipo “da marinaio” con soggolo in cordino giallo. Dischi da taglio e zainetto identici a quelli recuperati a Portogruaro. Nella perquisizione domiciliare di uno dei tre fermati, dello scorso 12 aprile, occultati nella stufa a legna sono stati trovati gli stessi fogli plasticati, con riprodotto lo stemma della Repubblica Italiana, delle dimensioni della targa anteriore e posteriore di autoveicolo, le stesse lettere adesive di colore nero, due fotografie su cartoncino riproducenti soggetti in divisa con copricapo, tra cui lo stesso tipo da marinaio con stemma dorato, lo stesso tipo di zaino e una flex dello stesso tipo e marca di quelli sequestrati in precedenza.Ora sono in corso le indagini per capire se il trio sia autore di altri colpi analoghi commessi nel Nordest 


 
Ultimo aggiornamento: 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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