Notre Dame, la pista dell’incidente: smentita l'ipotesi della saldatura, soccorsi partiti al secondo allarme. Anni per il restauro

Martedì 16 Aprile 2019
Notre Dame, si teme per la stabilità. Volta crollata, le immagini dell'interno
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L'incendio che ha devastato Notre-Dame è stato domato, ma se la cattedrale simbolo della cristianità è ancora in piedi lo si deve all'intervento dei pompieri che sono entrati nei due campanili. Tutto si sarebbe «giocato in un quarto d'ora» o al massimo «mezz'ora», ha detto il segretario di Stato agli affari Interni, Laurent Nunez, anche se va registrato che i vigili del fuoco sarebbero entrati in azione soltanto dopo il secondo allarme. Ipotesi contrastanti tra le cause dell'incendio a Notre-Dame.

Il quotidiano Le Parisien evocava la possibilità che il fuoco potesse essere partito da un lavoro di saldatura sulla struttura in legno della cattedrale. Uno scenario seccamente smentito dal capo dei Monumenti Storici incaricato del restauro della guglia, Francois Chatillon. Citato da Le Monde, il responsabile dice che «i lavori non erano ancora cominciati, solo l'impalcatura era in fase di montaggio». «L'ipotesi di un punto caldo (saldatura) non è dunque quella giusta», ha aggiunto.

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I danni, come mostrano le immagini degli interni, sono ingenti. La volta della navata centrale è crollata in alcune sezioni e sul transetto, dove poggiava la guglia. Quello che preoccupa, ora, è soprattutto la tenuta strutturale dell'edificio, indebolita dalle fiamme. Il restauro della cattedrale «durerà mesi e anni», ha detto il ministro francese della Cultura, Franck Riester, spiegando che è ancora «troppo presto» per valutare la durata precisa della ristrutturazione. «In ogni caso - ha detto ai microfoni di France Info - ci vorrà tanto tempo e bilanci molto importanti». Riester ha precisato che «i due terzi del tetto sono andati in fumo» e che la «guglia è crollata all'interno della cattedrale, creando un buco nella volta», anche «una parte delle vetrate» è andata «distrutta».

La struttura complessiva della cattedrale di Notre-Dame è «salva», ma per dire l'ultima parola sulla sua effettiva stabilità bisogna attendere il verdetto degli esperti. Le fiamme, dopo una lunga notte di lavoro accanito di almeno 400 vigili del fuoco con 18 autobotti, sono state spente.

L'incendio sarebbe partito dall'impalcatura che cinge la cattedrale per i lavori di restauro, diffondendosi sulla guglia e sul tetto che sono stati pesantemente compromessi. A formulare l'ipotesi è Pier Paolo Duce, responsabile della sede di Sassari del Cnr-Ibimet (Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche). «È impossibile entrare nel merito dell'accaduto in dettaglio - afferma - ma dai dati disponibili e dalle immagini diffuse dai media la dinamica pare abbastanza chiara».

Il materiale ligneo, ricorda Duce, «è combustibile. L'altro elemento di propagazione degli incendi è il vento, o meglio l'ossigeno, e a giudicare dalla dinamica della nube che si eleva sopra la cattedrale pare che anche questo agente abbia fatto la sua parte, un pò come quando per alimentare il fuoco si soffia nel camino». Le strutture portanti in muratura di tanti edifici monumentali, come per esempio gli archi a sesto acuto di una cattedrale gotica spesso sorreggono coperture lignee non sempre a vista di dimensioni talvolta enormi. «Si tratta di una scelta che infiniti esempi di longevità - aggiunge Andrea Polastri del Cnr-Ivalsa (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche) di San Michele all'Adige - che purtroppo in caso di incendio, a causa della disponibilità di ossigeno che le fiamme trovano in quota ne accelerano la propagazione». Non solo: «la struttura reticolare delle capriate - conclude Giovanna Bochicchio del Cnr-Ivalsa - fa sì che le travature vengano attaccate dalle fiamme su tutti e quattro i lati, riducendo la sezione residua e aumentando notevolmente il rischio di crolli».


Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha assistito con la moglie Brigitte a notte fonda al tragico spettacolo, ha elogiato i pompieri, «veri eroi» grazie ai quali e stato «evitato il peggio», e ha fatto una promessa: «La ricostruiremo, tutti insieme. è quello che i francesi si aspettano, che la nostra storia merita». Ed è partita già una colletta mondiale.

Anche il Papa ha fatto sentire la sua vicinanza alla Francia: in un tweet della Sala Stampa Vaticana è stato reso noto che «il Papa è vicino alla Francia, prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina sotto lo shock del terribile incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame».

 
Colpito dall'incendio anche il segretario generale dell'Onu, che si è detto «inorridito dalle immagini che arrivano da Parigi, con il fuoco che inghiotte la cattedrale di Notre-Dame. I miei pensieri sono con il popolo e il governo della Francia». 

 

Tornando all'incendio, si sa che è stato innescato alle 18.50 di ieri nello spazio fra la volta e il tetto, dov'erano in corso i lavori di ristrutturazione, e ha rapidamente attaccato le travi di legno vecchie di 850 anni: così numerose da essere state soprannominate «la foret», la foresta. Diverse opere d'arte e reliquie sono state portate in salvo ma qualcosa è andato irrimediabilmente perduto.

«La struttura di Notre-Dame è salva e preservata nella sua totalità», hanno fatto sapere i pompieri alle 22.50. Ma l'entità dei danni e il loro impatto sulla stabilità dell'antico edificio sono ancora tutti da verificare. «La questione - ha detto stamani il segretario di Stato all'Interno, Laurent Nunez - è strutturale: sapere come l'edificio resisterà al gravissimo incendio che ha subito la notte scorsa».

Ignota ancora la condizione dei meravigliosi rosoni e di tutte le vetrate policrome vecchie di secoli. Le prime immagini riprese dall'interno e mostrate sulla Cnn mostrano sezioni della volta, fra cui quella del transetto, crollate, dalle cui voragini si vede il bagliore del fuoco sul tetto. Ma, oltre al legno distrutto e ai danni del fumo, le alte temperature potrebbero aver compromesso la tenuta della pietra e del marmo, che, secondo gli esperti, tende a calcificarsi e a sbriciolarsi. 
 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 07:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA