Case pubbliche, bando senza bonus-residenza. Comune contro la Regione

Sabato 6 Aprile 2019 di Alberto Rodighiero
L'assessore Marta Nalin
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PADOVA - Case popolari, il Comune pubblica il bando da cui è stato eliminato il criterio di anzianità di residenza voluto da Bitonci. L’assessore alla Casa Marta Nalin, però, punta il dito contro la Regione: «Con le nuove norme si rischia di discriminare chi ha più bisogno». È stato pubblicato ieri su Padovanet il bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica 2019. Le domande potranno essere presentate dal 16 aprile al 31 maggio online mediante assistenza dei Caf accreditati dal Comune. Il bando contiene una novità politicamente molto rilevante. Nel nuovo dispositivo, infatti, è stata cancellata con un tratto di penna la norma sull’anzianità di residenza introdotta dalla giunta Bitonci. In questo modo, chi vive a Padova da più di 10,15 o 20 anni, non avrà più dei punti aggiuntivi nella graduatoria per l’assegnazione delle case Ater. Tra le novità introdotte ci sono anche dei punteggi premiali in favore di anziani e di persone già seguite dai Sevizi sociali.
 
«La legge regionale sulla casa ha introdotto diverse novità – ha polemizzato ieri Nalin – Tra le principali quelle relative ai requisiti d’accesso: un Isee Erp inferiore ai 20 mila euro e la residenza in Veneto da almeno cinque anni, anche non consecutivi, negli ultimi dieci. Questo requisito in particolare crea diverse difficoltà ai comuni. Si tratta di un elemento controverso, anche in giurisprudenza, che rischia concretamente di escludere da un servizio sociale importante, come la casa, alcune persone che ne avrebbero bisogno. Persone che fanno parte di una comunità e che resteranno comunque sul territorio. Escluderle per una scelta politica, non solo non tiene conto dei diritti fondamentali delle persone, ma crea delle difficoltà per i comuni privandoli di strumenti per gestire le problematiche locali in maniera efficace». Sulla base della nuova legge regionale quindi potranno partecipare al bando padovano tutti i residenti in Veneto. «Ci aspettiamo molte più richieste e per questo abbiamo attivato un accordo con i Caf per la presentazione on line delle domande – ha rincarato la dose l’esponente di Coalizione civica – Come Comune di Padova ci siamo mossi nei limiti di questa legge per cercare di tutelare le persone più fragili, scegliendo di valorizzare attraverso l’assegnazione degli otto punti che ci spettano chi è residente nel comune di Padova e in particolare chi è già in contatto con i Servizi sociali e quindi sta facendo un percorso, con un’attenzione in più per le persone anziane, quelle che spesso sono più restie a chiedere aiuto». Tornando la bando, la partecipazione è riservata a cittadini italiani; cittadini di Stati appartenenti all’Unione europea regolarmente soggiornanti in Italia e loro familiari; titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria; stranieri regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno, almeno biennale, e che esercitano una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo. I richiedenti devono, inoltre, essere in possesso dei seguenti requisiti: residenza anagrafica nel Veneto da almeno 5 anni, anche non consecutivi e calcolati negli ultimi 10 anni, fermo restando che il richiedente deve essere, comunque, residente nel Veneto alla data di scadenza del bando; non essere stati condannati per il reato di “invasione di terreni o edifici” e non essere titolari di diritti di proprietà, di usufrutto, di uso e di abitazione su immobili adeguati alle esigenze del nucleo familiare ubicati nel territorio nazionale o all’estero.
Alberto Rodighiero 
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