Nuovo rinvio per il Mose: «L'opera non sarà conclusa nel 2021»

Venerdì 29 Marzo 2019 di Nicola Munaro
Nuovo rinvio per il Mose: «L'opera non sarà conclusa nel 2021»
18
VENEZIA - Lavori conclusi per il 31 dicembre 2021? Niente da fare, il Mose slitta ancora. La notizia era nell'aria ma nessuno fino ad adesso era stato così chiaro come lo è stato ieri il provveditore all'opera Roberto Linetti nell'accompagnare i membri dell'ottava commissione Ambiente, Territorio e lavori pubblici della Camera nel loro tour ispettivo prima sull'Isola Novissima, dove ci sono i cantieri in superficie della bocca di porto di Treporti-Lido, e poi giù, nel tunnel che collega il Lido a Treporti.  Incalzato dalle domande del presidente della commissione Ambiente della Camera, il leghista Alessandro Manuel Benvenuto - accompagnato a Venezia dagli altri deputati componenti dell'ottava commissione, il veneziano Nicola Pellicani (Pd), il padovano Piergiorgio Cortelazzo (Fi), Roberto Traversi (Cinque Stelle) e Giorgia Andreuzza (lega) - Linetti ha escluso la possibilità che i lavori terminino entro la data di consegna prevista, cioè quel 31 dicembre 2021 che già rappresentava una proroga al destino  disegnato per il sistema di dighe mobili pensato per salvare Venezia dall'acqua alta. Diversa la posizione dei commissari del Consorzio Venezia Nuova, in particolare Giuseppe Fiengo che, forte del 95% di lavori realizzati, invece ha lasciato uno spiraglio aperto alla possibilità di una consegna secondo tabella.
QUALI SOLUZIONI«Siamo al capitolo finale di un'opera che la Lega considera utile - ha commentato il presidente della commissione, l'onorevole Benvenuto - Volevamo capire quali possano essere le soluzioni del Governo per velocizzare e sbloccare la situazione. Sulla data di fine, il 31 dicembre 2021, il provveditore dice che sarà molto difficile, il Consorzio che è possibile, noi quello che possiamo fare è cercare di capire con il Governo a livello normativo, cosa fare per cercare di velocizzare la conclusione dell'opera».
«Quanto emerso è molto preoccupante - ha rincarato la dose Pellicani - dimostra che nei quattro anni di commissariamento la produttività dei cantieri è stata molto bassa. Vogliamo capire che cos'è stato fatto in questo periodo. I soldi ci sono, 500 milioni sono già in cassa del Provveditorato, a cui aggiungere altri 420 milioni che se non saranno compresi nello Sblocca Cantieri saranno comunque già deliberati dal Cipe. In tutto si tratta di oltre 900 milioni fermi lì. Ma mancano i progetti: ci vuole qualcuno che spinga la macchina». 
Un altro commissario? Per qualche giorno era circolata la voce che lo stesso sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, potesse essere nominato commissario. Ipotesi che Pellicani stronca: «Non è la figura adatta, serve un tecnico del territorio e non un politico. Serve - ha aggiunto - un segnale forte da parte del Governo che, finora ha brillato per assenza nei confronti di Venezia». Guardingo, sulla questione commissario, anche lo stesso presidente della commissione: «Non mi permetto di suggerire una scelta, spetta al Ministero». Tra i temi affrontati anche la manutenzione, già necessaria nonostante l'opera non sia ancora terminata, e la futura gestione che, ha assicurato Linetti, sarà in mano a chi ha concluso l'opera.
LE AUDIZIONIIl pomeriggio di ieri la commissione l'ha passato in Prefettura, per ascoltare le istanze delle realtà locali. «Questa amministrazione vuole essere coinvolta e avere voce in capitolo nella fase finale e nella gestione futura del Mose - ha spiegato Simone Venturini, assessore comunale alla Coesione sociale, ieri portavoce del Comune - Una volta finito la città Metropolitana è disponibile a fare la sua parte. Alla commissione abbiamo chiesto anche che il sindaco metropolitano venga dichiarato commissario straordinario per il moto ondoso». Chi invece considera che l'opera debba rimanere in capo a Ministero delle Infrastrutture e Stato, è l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato (Lega): «Non ci sono precedenti al mondo e Venezia è unica al mondo». 
A sollevare i dubbi maggiori, Pino Musolino, presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale: «Va garantita la piena accessibilità nautica, la conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco, realizzata per consentire teoricamente la funzionalità del Porto durante il periodo di alzata delle paratie, non presenta specifiche tecniche e profili di sicurezza sufficienti a garantire l'operatività del porto, non solo per via delle ridotte dimensioni ma anche per via del disassamento dell'opera stessa». Della Basilica, e dei 3 milioni necessari per proteggerla dalle future grandi inondazioni, ha parlato Pierpaolo Campostrini, procuratore di San Marco: «L'opera di sostituzione di parti delle colonne rovinate e di impremeabilizzazione fino a 190 centimetri del lato posteriore è una nostra priorità per cui abbiamo chiesto una mano al Governo».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci