Frongia indagato, Raggi trema. Poi l’ipotesi dimissioni rientra

Venerdì 22 Marzo 2019 di Simone Canettieri
Frongia indagato, Raggi trema. Poi l ipotesi dimissioni rientra
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«Se è così, qui viene giù tutto e anche Virginia deve dimettersi. Una roba del genere non riusciamo a reggerla». Intorno all’ora di pranzo Luigi Di Maio apprende dell’inchiesta per corruzione di Daniele Frongia. A Palazzo Chigi i vertici del M5S, a cui è appena arrivata la mail dell’assessore indirizzata ai probiviri, si interrogano sul da farsi. Un attimo e la notizia esce sui siti. Scatta il panico. È un film già visto, dopo gli arresti di Raffaele Marra e Luca Lanzalone.

Il Campidoglio torna a ballare. E il telefono di Virginia Raggi a squillare in maniera vorticosa. La cerca Di Maio. Vuole capire. D’altronde il giorno prima, dopo le manette a Marcello De Vito, il capo politico si era raccomandato: «Fai pulizia, metti una commissione interna, siamo sicuri che non ci sia nessun altro dei nostri coinvolti?». E la sindaca sicura gli aveva risposto: «Luigi, che sappia io no». «Bene, allora, vai avanti». Ma questo era accaduto 24 ore prima. Adesso cambia tutto. Di nuovo.

E in effetti, quella più scossa da tutta la vicenda, è proprio la grillina. Che legge sui siti di «Daniele». Peccato che non ne sapesse nulla. Di Maio e i vertici del Movimento temono che scatti «la teoria del piano inclinato». Una «botta» alla vigilia delle elezioni europee.

LA FRENESIA
Ufficiosamente si cerca di capire anche attraverso la Procura di Roma la posizione di Frongia. Passano due ore. E trapela che i magistrati sarebbero orientati all’archiviazione. Escono i suoi legali con una nota: «Per la procura è estraneo all’inchiesta su De Vito». Nel frattempo si stacca da Palazzo Chigi e raggiunge il Campidoglio Max Bugani, numero due di Rousseau, uomo di fiducia di Di Maio e, ovviamente di Davide Casaleggio, nonché vicecapo segreteria del vicepremier pentastellato. Raggi è attorniata da pochi fedelissimi. In compenso ci sono anche un paio di avvocati. Viene convocato Frongia. «Deve spiegare». Da lui arrivano rassicurazioni di questo tipo: sono stato tirato in mezzo, è una storia vecchia.

I suoi avvocati, Alessandro Mancori e Emiliano Fasulo, sono gli stessi che assistettero Raggi nel processo Marra. E allora esce un’altra nota, sempre di Frongia: «Con il rispetto dovuto alla magistratura inquirente, avendo la certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell’imminente archiviazione del procedimento risalente al 2017». 

C’è però un aspetto che non torna. Al Messaggero i legali dell’ormai ex assessore confermano che il loro assistito ha saputo «dell’inchiesta a suo carico nei giorni scorsi e che subito lo ha comunicato ai vertici del M5S». Ma gli uomini Di Maio dicono altro: lo abbiamo appreso alle 14, anzi a essere precisi la sua mail è arrivata alle 13.45.

E qui scatta l’ira del capo politico, doppiamente rincuorato: la vicenda dovrebbe chiudersi senza esiti giudiziari clamorosi, ma soprattutto c’è un punto di sfogo: l’assessore ha mentito, o meglio si è tenuto la notizia, e che notizia, per sé. Di Maio: «Ha voluto fare il furbo, con noi ha chiuso. Ci ha informati solo quando sapeva che la notizia sarebbe uscita sui siti. Il suo atteggiamento avrà delle conseguenze: non ci si comporta in questo modo».

E dopo poco Frongia annuncia di autosospendersi dal M5S e soprattutto di riconsegnare le deleghe nelle mani della sindaca. «È fuori: è stata tradita la mia fiducia», dice poi Raggi infuriata per questo atteggiamento. A nulla vale il vertice tra i due, una volta più che affiatati, ora più che mai distanti. «Per me - è il ragionamento della pentastellata - quanto accaduto è un fatto gravissimo. Come facciamo ad andare avanti così?». E da oggi, dopo Pinuccia Montanari all’Ambiente, gli assessori da rimpiazzare diventano due.
 

Ultimo aggiornamento: 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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