La pena deve avere una «funzione rieducativa» anche se il condannato la sta già scontando solo in fase di custodia cautelare e non è ancora arrivata una sentenza definitiva. È sulla base di questo principio che il gip di Milano Guido Salvini, con un'ordinanza innovativa, ha deciso di scarcerare Davide Caddeo, uno dei quattro condannati, e alla pena più alta di 9 anni, per l'aggressione a coltellate del primo luglio a Niccolò Bettarini, figlio di Stefano e Simona Ventura.
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E lo ha mandato agli arresti domiciliari con l'obbligo, però, di frequentare un centro di cura per tossicodipendenti e una comunità dove dovrà lavorare, proprio per favorire quella «riabilitazione» a cui si è mostrato già disponibile. Il 30enne, accusato di aver sferrato le 9 coltellate al figlio 20enne dell'ex calciatore e della conduttrice tv e che aveva ammesso in parte i fatti, era stato condannato a gennaio in abbreviato dal gup Salvini alla pena più elevata, rispetto a quelle degli altri tre imputati, anche loro arrestati per tentato omicidio e che hanno ottenuto i domiciliari nelle scorse settimane (uno, però, è tornato in carcere dopo un'evasione).
Nel provvedimento il gip fa presente che, «nonostante la consistenza della pena» e i «precedenti penali dell'imputato», devono essere «tenute in considerazione alcune osservazioni» degli avvocati Robert Ranieli e Antonella Bisogno. In primo luogo, la «storia di difficile vita familiare con genitori dipendenti dall'eroina ed il padre a lungo detenuto», una situazione che ha portato il giovane «ad una precoce dipendenza da sostanze stupefacenti e alla commissione di una serie di reati». In più, il giudice rileva che da quando è detenuto il 30enne «ha seguito un iniziale percorso presso il Sert» del carcere e «il Centro accoglienza per le dipendenze e il disagio sociale», il 15 febbraio scorso, ha stilato per lui un «programma terapeutico» con colloqui «medici, psicologici e socioeducativi e costanti controlli tossicologici».
Ed anche un «percorso di giustizia riparativa» che potrebbe concretizzarsi, in futuro, anche con un incontro con lo stesso Bettarini.