MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Parigi nel blu di Armani - Dior esalta
le donne - Chanel: addio, Karl
Venerdì 8 Marzo 2019
di Luciana Boccardi
Il razionale Giorgio Armani con le ultime collezioni si è tuffato nel colore del relax, quel blu che se lo guardi senti già allontanarsi frenesie e inquietudini. Blu è il colore dei filosofi, del pensiero, è il colore della vita intellettuale lontana da sussulti e brividi. La moda del prossimo inverno – ha decretato Armani con la sua ultima sfilata presentata a Parigi nell’ultima tornata di pret-à porter - sarà un inno al blu, inteso anche come colore che sdrammatizza il nero. Non a caso infatti il successo del blu nella moda deriva proprio dal ruolo di sostituto del nero profondo che ha sempre offerto l’immagine a ruoli formali, abbigliamento da cerimonia, abiti importanti che sempre, nei secoli esigevano comunque qualcosa di nero.
Blu è più lieve, è calmo e in questa stagione di problemi che sembrano favorire declinazioni agitate arriva come un colore toccasana, una pausa di pace, un invito alla quiete. Calme, luxe et voluptè è l’esortazione di baudelairiana memoria e a questa si orientano le proposte di Armani affidate a interpretazioni che riescono a proporsi con elementi innovativi che però portano in sè sempre qualcosa di già vissuto ma mai vecchio.
Su un piano diverso si è collocata Chanel per la prima volta in passerella senza il suo cervello pensante, Karl Lagerfeld che con la sua morte ha scritto l’indispensabilità di una pagina nuova. La collezione presentata a Parigi con la firma autorizzata dell’assistente di Lagerfeld , Virginie Vlad, e la carta d’identità che autorizza comunque ancora la paternità della sfilata al Kaiser, è l’ultima pagina scritta da un maestro di stile che ha tenuto banco per più di mezzo secolo nella competizione mondiale. Lagerfeld è l’uomo che ha fatto rivincere Chanel quando il marchio soffriva di depressione intorno agli anni Ottanta, riportandolo alla ribalta vincente della grande moda. Oggi potrebbe venire confermata la continuazione del suo moda-pensiero con la creazione delle nuove collezioni affidata alla persona che lo ha assistito stilisticamente e accompagnato nella ricerca di idee e dettagli innovativi, sempre. Sarà uno degli interrogativi delle prossime stagioni.
Diversa, audace, incurante di sollecitazioni alla prudenza, Maria Grazia Chiuri porta la bandiera di Dior nei piani alti della competizione mondiale: e vince. Ormai sembra chiaro che la sua formula gioca nella revisione di momenti storici legati alla nostra storia recente, alle lotte sociali, al femminismo, all’accettazione delle diversità. Nuove suffragette? No. Donne nuove in grado di affermare il loro ruolo senza più soggezione o timori, arrabbiate ma allegre: vincenti . Dior è diventato con la Chiuri una griffe assolutamente giovane: una caratteristica che risultava mancante nel clichè glorioso della più grande Maison di Francia.
Ultimo aggiornamento: 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA