VENEZIA - I grandi accusatori della vicenda Mose, tra i quali Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo, indagati a loro volta principalmente per corruzione, hanno patteggiato oggi la pena concordata con i Pm davanti al Gup. A patteggiare sono stati appunto Baita (ex ad Mantovani), la Minutillo (imprenditrice, ex segretaria di Giancarlo Galan), Mirco Voltazza, Nicolò Buson e Pio Savioli. I primi tre, che dovevano rispondere di corruzione e frode fiscale, hanno concordato 2 anni di pena, mentre Buson e Savioli, quest'ultimo solo per reati fiscali, hanno chiuso la vicenda giudiziaria con un anno e 8 mesi. Per tutti, riferiscono i legali, la pena è stata sospesa.
Il Gup ha disposto confische per circa 24 milioni di euro, per la maggior parte a carico di Baita e Buson, per i ruoli che avevano in Mantovani. Un primo tentativo di patteggiamento era fallito perché Baita e Buson (ex direttore finanziario di Mantovani) non avevano dimostrato la possibilità di saldare le richieste economiche.
Gli indagati, in una prima fase dell'inchiesta sul Mose, condotta dai Pm Buccini e Ancillotto, avevano raccontato il sistema di tangenti che ruotava attorno al Mose. Da lì era nata l'operazione che aveva portato nell'estate 2014 all'arresto di 35 persone, tra le quali l'ex governatore Galan, l'ex assessore regionale Renato Chisso e l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.
I particolari sul Gazzettino del 1. Marzo
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