Camorra infiltrata in Veneto, Blitz all'alba: 50 arresti per mafia

Martedì 19 Febbraio 2019
Il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero, blitz contro la camorra in Veneto
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VENEZIA - Colpo alla camorra infiltrata in Veneto. La Guardia di Finanza e la Polizia, coordinate dalla Dda di Venezia, stanno eseguendo 50 misure cautelari (47 in carcere, 3 ai domiciliari) e 9 provvedimenti di obbligo di dimora e di altro tipo come il divieto si svolgere la professione di avvocato. Sequestrati beni per 10 milioni. Una batosta per le organizzazioni mafiose, ma anche un campanello d'allarme, come sottolinea il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi, che parla di «criminalità strutturata e penetrata nei settori economico e bancario» (LEGGI).

Gli arresti sono scattati all'alba tra le 4 e le 5 a Venezia, Casal di Principe, in provincia di Caserta, e in altre località del veneziano. I destinatari del provvedimento sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e altri gravi reati. Tra gli arrestati il sindaco di Eraclea,  Mirco Mestre. Coinvolti a vario titolo almeno un avvocato e dei commercialisti. In carcere anche Denis Poles, direttore di banca a Jesolo: consentiva ai malavitosi, come già faceva il suo predecessore, di operare sui conti societari senza averne titolo, concordando l'impiego di prestanome e omettendo sistematicamente di segnalare le operazioni sospette.

Coinvolto anche un appartenente alla Polizia di Stato, Moreno Pasqual, accusato di aver fornito informazioni riservate agli uomini del clan relative ad indagini nei loro confronti, entrando illecitamente nelle banche dati della Polizia. Pasqual è accusato anche di aver garantito protezione e supporto dopo i controlli di altre forze di polizia. 

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L'INDAGINE E' stata condotta dal Gico del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Trieste e dalla squadra mobile di Venezia. Dalle prime ore dell'alba sono impegnati per eseguire le misure cautelari oltre 300 uomini dello Scico della Gdf, dello Sco della Polizia e del nucleo di polizia economico-finanziaria di Venezia. I dati salienti dell'intervento saranno comunicati dal Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho e dal Procuratore Distrettuale di Venezia Bruno Cherchi in un incontro con la stampa alle ore 11,30. 
A coordinare l'inchiesta è il sostituto procuratore veneziano Roberto Terzo, mentre l'ordinanza con i provvedimenti restrittivi - oltre 1.100 pagine - è stata emessa dal gip Marta Paccagnella.  Le indagini coordinate dal dottor Terzo sono durate anni.

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VENETO ORIENTALE Tra i filoni d'indagine anche l'ipotesi di rapporti con la politica e il voto di scambio, in particolare in rapporto con il clan dei Casalesi. Tutto ruoterebbe attorno al mondo dell'edilizia legato alle costruzioni lungo la costa adriatica veneziana, da San Donà di Piave a Bibione, Caorle e oltre. Decine di estorsioni per riscuotere crediti, truffe all’erario, armi. Secondo l'accusa, la Camorra si era infiltrata nel Veneto Orientale facendo affari e perfino garantendo i voti necessari all’elezione di un sindaco, quello di Eraclea.

IL PARTICOLARE  PIU' INQUIETANTE. A commissionare le estorsioni, per recuperare crediti, erano imprenditori e semplici cittadini, di quelli che si proclamano perbene, ma che non hanno avuto scrupoli nel rivolgersi alla malavita, invece che alle forze dell’ordine o alla magistratura, consentendo agli esponenti della Camorra, trasferitisi in Veneto, di radicarsi e rafforzare il loro potere, basato su violenza e intimidazione.


ERACLEA SOTTO CHOC Nomi eccellenti fra i cinquanta arresti per le infiltrazioni camorristiche nel Veneto Orientale. In manette è finito anche il sindaco Mirko Mestre, avvocato, mentre risulterebbe indagato il suo vice, Graziano Teso. Dall’alba di questa mattina due auto, uno della Finanza e una della Polizia sono davanti all’ingresso del municipio, nella piazza con il mercato in corso gente attonita e incredula. “E’ una brava persona” non ci posso credere dicono fra le bancarelle e nei bar (LEGGI).

PUNTO SNAI
Al centro della mega operazione coordinata dalla Procura antimafia di Venezia,  e condotta dal Gico di Trieste e dalla Squadra mobile lagunare, quello che viene considerato il referente locale del clan dei casalesi, Luciano Donadio, 53 anni, sorpreso nel cuore della notte nella sua abitazione a poca distanza dalla centralissima piazza Garibaldi. Arrestato anche il suo primogenito, Adriano Donadio, titolare del Punto scommesse Snai, che affaccia sempre su piazza Garibaldi, locale che è stato sequestrato.

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I NOMI DEGLI ARRESTATI

Capi indiscussi nel veneziano erano Luciano Donadio e Raffaele Buonanno, nato in Campania ma già nel veneziano negli anni '90. Con loro un gruppo proveniente da Casal di Principe (Caserta) come Antonio Puoti, Antonio Pacifico, Antonio Basile, Giuseppe Puoti e Nunzio Confuorto che hanno, nel tempo assoldato persone campane e veneziane come Girolamo Arena, Raffaele Celardo e Christian Sgnaolin. Tra gli arrestati dal blitz dell'operazione il sindaco di Eraclea Mirco Mestre, per voto di scambio, Denis Polese, direttore di banca a Jesolo (Venezia) e il suo predecessore - indagato in stato di libertà - che garantivano conti societari, e infine Moreno Pasqual, poliziotto accusato di passare informazioni ai malavitosi. Tra gli arrestati anche una vittima del trader Fabio Gaiatto, si tratta di Samuele Faè, di Caorle.

IL GRAZIE DEL GOVERNATORE
Il governatore Luca Zaia è il primo a ringraziare le forze dell'ordine: 
«In attesa che vengano resi noti i dati salienti - ha detto - mi sento di ringraziare a nome di tutta la gente per bene il Procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e il Procuratore distrettuale di Venezia Bruno Cherchi per un successo nella lotta alla criminalità organizzata che contribuisce a portare sui nostri territori sicurezza, ordine e legalità.  Credo di interpretare il sentimento dei veneti».
 

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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