Crisi del Comune. È nelle mani della Lega il destino del sindaco

Sabato 16 Febbraio 2019 di Luca Gigli
Crisi del Comune. È nelle mani della Lega il destino del sindaco

ROVIGO La nuova giunta potrebbe arrivare lunedì, ma ciò che resta da capire, dopo quasi cinque ore di trattativa nella sala giunta della Provincia presenti il segretario regionale del Carroccio Gianantonio Da Re e il commissario provinciale di Forza Italia Piergiorgio Cortelazzo, nonché per un paio d'ore anche il sindaco di Treviso Mario Conte (si dice mandato da Matteo Salvini), è con quali numeri si reggerà la maggioranza, visto che Obiettivo Rovigo ha confermato di chiamarsi fuori.
LEGA ARRABBIATALa risposta non c'è ancora perché ora il pallino è nelle mani della Lega, che è uscita senza sorrisi perché non avrebbe visto accolta alcuna delle richieste che aveva fatto. In sostanza, il resto della maggioranza e il sindaco Massimo Bergamin sarebbero sul punto di andare contro il principale gruppo della coalizione (e partito del primo cittadino) per venire a capo dei desiderata di altre forze. Per meglio definire la questione, Presenza cristiana pare abbia ribadito che a Gianni Saccardin devono essere affidati i Lavori pubblici, casomai gli si potrebbe togliere qualche altra delega che aveva, come il Patrimonio o il Personale. Il Carroccio, però, ciò che non vuole abbia sono proprio i Lavori. La capogruppo di Presenza cristiana, Alba Rosito, peraltro è arrivata dopo cena alla riunione, verosimilmente chiamata da Forza Italia e Lega per capire le intenzioni del suo gruppo.
NUMERI IN AULATutto ciò per avere quei due voti (l'altro consigliere è Silvano Mella) indispensabili, ma che diventano nulla se si sfaldasse la Lega che si è riservata di valutare il quadro proposto e poi decidere che fare. Quest'ultima non ha proposto nomi al sindaco e addirittura nessuno dei consiglieri sarebbe in una ipotesi di giunta.
Visto che di voti si parlava, la partita si gioca tutta qui. La Lega conta su otto consiglieri, Forza Italia ne ha tre e altrettanti Obiettivo Rovigo: con i due di Presenza cristiana sono sedici, a fronte dei diciassette necessari. Poi ci sono quattro fuoriusciti, che si sono dichiarati indipendenti, con due che sicuramente non sosterranno Bergamin, ossia Alberto Borella e Daniela Goldoni, posizioni meno ostative potrebbero averle Simone Dolcetto e Matteo Zanotto, ma non sono una garanzia. Dietro le quinte si parla, però, dell'arrivo del tosiano Antonio Rossini, da tempo più vicino al sindaco.
LO STRAPPOIl quadro si complica per la maggioranza con Obiettivo Rovigo, perché ieri ha abbandonato il tavolo prima ancora dell'arrivo del sindaco, ribadendo l'uscita dalla maggioranza. Ecco che i numeri precipitano, seppure sia da valutare la scelta che farà il suo ex candidato sindaco, il presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù, che le voci darebbero propenso a sostenere Bergamin. «Nulla è deciso - ha detto proprio Avezzù a fine riunione - ne parleremo nel gruppo».
Sempre guardando ai numeri, si accennava ai tre portati da Forza Italia, della quale era circolata la voce, poi smentita, che Giacomo Sguotti avesse aderito a Fratelli d'Italia, mentre altri sostengono che questi avrebbe posto come condizione il ritorno in giunta della figlia Alessandra.
È evidente, dunque, che il quadro è ancora complesso, seppure il sindaco, a fine serata, si mostrasse sorridente. «Continuo a lavorare per la comunità, serenamente», affermava.
Ci sono dei tempi per varare la giunta? «Vediamo, abbiamo discusso di cose da fare, prima di tutto».
Potrebbe anche valutare di fare una giunta con numeri diversi, anche ridotti rispetto agli otto precedenti, ampliando il quadro poi? «Non penso di fare una giunta ristretta, ma di farla con i componenti che servono da subito».
 

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