Turiste uccise in Marocco, arrestato un anglo-svizzero: «In contatto con Isis»

Venerdì 11 Gennaio 2019
Turiste uccise in Marocco, arrestato un anglo-svizzero: «In contatto con Isis»
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Nuovo arresto nel caso delle turiste scandinave uccise in Marocco. Un uomo con doppia nazionalità svizzera e britannica è stato fermato per l'omicidio avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 dicembre nel sud del Paese nordafricano. A dichiararlo a Keystone-ATS è stato un portavoce dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol), confermando notizie stampa.

A Fedpol risulta che l'uomo vive in Marocco e non è rientrato in Svizzera recentemente.

Le autorità di Rabat per il momento non hanno chiesto di effettuare indagini nella Confederazione. Secondo il sito on line del quotidiano marocchino Le360, l'uomo è stato fermato da una brigata della polizia giudiziaria ieri a Témara, alla periferia di Rabat, sulla costa atlantica. È sospettato di essere in contatto con combattenti dell'Isis.
 

In relazione agli assassinii, lo scorso 29 dicembre era stato arrestato un uomo di nazionalità svizzera e spagnola che vive a Marrakech dal 2015 e si era convertito all'Islam nel 2011 nella Grande Moschea di Ginevra. Secondo Le360, i due svizzeri non sono direttamente legati all'assassinio delle due turiste, ma conoscono gli autori. La madre dello svizzero-spagnolo ha dichiarato martedì al quotidiano El Mundo che il figlio - con la nuora e il nipote - si trovava in Svizzera fra il 15 e il 19 dicembre per rinnovare i documenti di identità.

Il portale marocchino aveva rivelato a fine dicembre che l'uomo, nel 2014, era riuscito ad arruolare nelle fila dell'Isis diversi membri della sua famiglia, dopo averli convinti a convertirsi all'Islam. I «seguaci» - svizzeri e anglo-svizzeri - avrebbero progettato di raggiungere le zone occupate dal califfato. Uno di essi, di nazionalità svizzera, sarebbe riuscito ad unirsi allo Stato islamico, secondo il media marocchino. Le360, citando fonti vicine all'inchiesta, afferma che le indagini potrebbero ora spostarsi in Spagna.

È probabile che il ginevrino fermato a Marrakech sia entrato in contatto con cellule terroriste in quel paese e che stesse seguendo una fase di addestramento per compiere attacchi in Europa. L'uomo era noto alle forze dell'ordine ginevrine per reati comuni commessi fra il 2007 e il 2013. Avrebbe lasciato la Svizzera a causa delle indagini della polizia sui suoi legami con un uomo, di origine marocchina, che si è unito ai combattenti dell'Is in Siria e Iraq. In Marocco è sospettato di aver reclutato cittadini marocchini e subsahariani per organizzare attacchi terroristici contro obbiettivi stranieri e contro le forze di sicurezza marocchine.

Ultimo aggiornamento: 14:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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