Ricoverato con l'influenza suina. ​Quarto caso dall'inizio dell'anno

Mercoledì 9 Gennaio 2019 di Alberto Comisso
Ricoverato con l'influenza suina. Quarto caso dall'inizio dell'anno
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PORDENONE L'influenza, del ceppo H1N1, quello della cosiddetta suina esplosa con la pandemia del 2009, ha colpito un'altra persona. Si tratta di un 58enne che si è presentato ieri mattina al pronto soccorso del Santa Maria degli Angeli di Pordenone con un'insufficienza respiratoria e una temperatura corporea elevata, situazione che perdura da inizio anno. Il quadro clinico è apparso chiaro sin da subito anche se, per adesso, si può parlare ancora di sospetta infezione. Qualora gli esami dovessero dare esito positivo, quello riscontrato ieri sarebbe il quarto caso di influenza (del ceppo H1N1) riscontrato quest'anno nella Destra Tagliamento. Una persona il 65enne azzanese affetto da altri disturbi di salute che hanno compromesso ulteriormente la situazione si trova ancora ricoverata (in  gravi condizioni) nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale di Pordenone, mentre altre due un 75enne e un 50enne sono state accolte nel reparto di Pneumologia. Nessuno dei quattro si era sottoposto a vaccinazione. 

L'EMERGENZA
Il picco dell'influenza, tuttavia, è previsto tra due o al massimo tre settimane. «É logico attenderci, vista la stagione, un repentino passaggio dalla fase basale a quella più acuta. Conseguentemente - tiene a precisare l'infettivologo Crapis - abbiamo già messo in conto che l'influenza di quest'anno causerà dei decessi (a livello nazionale, ogni anno, se ne registrano tra i 500 e gli 800mila): a rischio sono soprattutto gli anziani e chi è affetto già da altre patologie cliniche». L'influenza di quest'anno non è particolarmente diversa da quella delle ultime stagioni invernali, dal momento che i virus in circolazione sono più o meno gli stessi. Il brusco e repentino abbassamento delle temperature ha contribuito a far aumentare il numero dei casi di influenza accertati. 

L'ANALISI
Quello del 65enne azzanese sarebbe il primo caso grave registrato nel Friuli Occidentale. «Non è da escludere l'infettivologo mette le mani avanti che da qui ai prossimi giorni la situazione possa repentinamente peggiorare.

Ci attendiamo un elevato numero di contagi, specialmente tra chi non si è (ancora) vaccinato. Sebbene il picco non sia ancora stato raggiunto, l'Aas5 ha deciso di giocare d'anticipo: l'obiettivo è quello di limitare al massimo i disagi e di evitare il collasso soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di posti letto in ospedale. Non solo: la carenza di personale in servizio medici e infermieri potrebbe complicare ulteriormente la situazione qualora gli accessi al pronto soccorso dovessero superare abbondantemente la media stagionale». É previsto l'aumento del numero dei posti letto (18 in più a Pordenone, 2 nella struttura ospedaliera di San Vito) e del personale medico e infermieristico. Ciò si tradurrà nel rafforzamento dei turni di lavoro e dei trasporti secondari, così da potenziare il numero delle ambulanze che da Pordenone partiranno alla volta di San Vito e Spilimbergo. Il pronto soccorso deve garantire risposte e interventi tempestivi, adeguati e ottimali ai pazienti giunti in ospedale in modo non programmato per problemi di urgenza e di emergenza. Anche frequentemente, tuttavia, è diventato punto di riferimento del cittadino per problemi sanitari non urgenti o di tipo non strettamente sanitario. I casi più gravi codice rosso e giallo hanno una priorità diversa rispetto a chi, invece, viene accolto con un codice verde piuttosto che bianco. «Stiamo cercando memori di quanto successo lo scorso anno - sottolinea Giorgio Simon, direttore generale dell'Aas5 - di creare le condizioni migliori affinché non si verifichino intasamenti e sovraccarichi».

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