Appalti truccati. Dagli aeroporti alle autostrade: la lista degli enti perquisiti

Mercoledì 21 Novembre 2018 di Marco Corazza
L'operazione Grande Tagliamento
5
Decine di interventi nel mirino delle Fiamme Gialle per l'operazione sugli appalti a Nordest
I militari del Comando Provinciale di Gorizia, in particolare, stanno acquisendo e
sequestrando atti e documenti presso le seguenti stazioni appaltanti:
- Commissario Delegato per l’emergenza della mobilità riguardante la A4 (tratto Venezia/Trieste) ed il Raccordo Villesse – Gorizia;
- Autovie Venete s.p.a., concessionaria delle tratte autostradali comprese tra la
tangenziale di Mestre e Sistiana, tra Palmanova e Udine, tra Portogruaro, Pordenone e
Conegliano, tra Villesse e Gorizia; Autovie ha espresso «massima disponibilità e collaborazione nei confronti della magistratura»
- Autostrade per l’Italia s.p.a., concessionaria di numerose tratte autostradali tra cui la
Venezia / Belluno e la Udine Sud / Tarvisio;
- Friuli-Venezia Giulia Strade s.p.a., società che si occupa della gestione e
manutenzione delle strade regionali del Friuli Venezia Giulia;
- Veneto Strade s.p.a., società che cura la manutenzione delle strade regionali e
provinciali del Veneto - In merito alla vicenda Veneto Strade ha ricevuto una mail da parte della Guardia di Finanza con il decreto di sequestro del Pubblico Ministero «relativo a documentazione riguardante una gara di appalto del 2014». Lo sottolinea la stessa società, rilevando che nel decreto viene definita come «parte offesa».
Veneto Strade si dichiara pronta «alla massima collaborazione con la Procura di Gorizia».

- Anas s.p.a., concessionario della rete stradale nazionale;
- Concessioni Autostradali Venete s.p.a., concessionario del passante di Mestre, della
tangenziale di Mestre e del raccordo con l’aeroporto Marco Polo di Tessera. La Cav precisa di «risultare parte offesa e assicura la massima collaborazione». 
- Commissario Delegato per l'Emergenza determinatasi nel settore del traffico e della
Mobilità nel territorio delle province di Treviso e Vicenza, titolare della realizzazione
della Pedemontana Veneta;
- Aeroporto Friuli-Venezia Giulia s.p.a., società che gestisce il “Trieste Airport”; Anche Aeroporto ribadisce di «essere parte lesa ed a completa disposizione delle autorità competenti».
- Aer Tre s.p.a., società che gestisce l’aeroporto “Canova” di Treviso;
- Save s.p.a., società che gestisce l’aeroporto “Marco Polo” di Venezia; Il gruppo precisa di «essere parte offesa». 
- Aeroporto “Valerio Catullo” di Verona Fillafranca s.p.a., società che gestisce lo scalo
aeroportuale veronese;
- Aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna s.p.a., società che gestisce lo scalo
aeroportuale bolognese;
- Regione Friuli-Venezia Giulia, competente tra l’altro per le opere di costruzione,
ampliamento, ristrutturazione e manutenzione dei porti e degli approdi marittimi,
nonché per le concessioni di ghiaia;
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, società deputata alla
gestione del Porto di Trieste;
- Consorzio per lo sviluppo economico del monfalconese, competente tra l’altro sul porto
di Monfalcone.

Ulteriori acquisizioni riguardano altri enti e comuni ubicati nelle province di Gorizia, Udine,
Trieste, Pordenone, del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Liguria, della
Toscana, dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo, del Lazio, della Sicilia e della Sardegna.
Alcune procedure di affidamento si riferiscono a opere da realizzare in diverse aree colpite
dal sisma del 2016 nel centro Italia, tra cui “Norcia”, “San Benedetto”, “Tre Valli Umbre”.
LA RICOSTRUZIONE
La Procura della Repubblica di Gorizia sta ricostruendo le catene di appalti e subappalti e
verificando la regolarità di circa 150 procedimenti di aggiudicazione delle opere pubbliche
a seguito di gare indette negli anni 2015/2018. I provvedimenti di perquisizione e sequestro riguardano invece le sedi amministrative di 120 società ed i domicili di 220 soggetti ubicati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto-Adige, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Campania,
Sicilia, Sardegna.
Le ricerche, condotte dai finanzieri del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di colleghi di altre regioni, in questo caso, sono finalizzate ad acquisire prove in ordine ad accordi tra imprese diretti alla preordinata spartizione delle opere nell’ambito di più complessive alleanze tra società volte a rendersi reciprocamente note: le rispettive intenzioni di partecipare o meno ad una gara piuttosto che ad un’altra
ovvero ad un lotto piuttosto che ad un altro nell’ambito delle medesime gare d’appalto;  l’entità e/o i contenuti delle offerte da formulare in modo da permettere di volta in volta all’impresa individuata e facente parte della “cordata” di riferimento di aggiudicarsi l’appalto alle condizioni più favorevoli; secondo modalità tali da alterare la regola indefettibile della libera concorrenza tra i singoli partecipanti e tali da assicurare maggiori possibilità di aggiudicazione all’impresa prescelta.

LE INDAGINI 
Le indagini hanno evidenziato prassi contrarie alla legge anche in ordine:
- alla costituzione di associazioni e raggruppamenti temporanei meramente cartolari;
- all’utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30%, in
cambio del riconoscimento di percentuali di guadagno;
- alla falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali al fine di
incrementare il punteggio tecnico attribuito dalle commissioni aggiudicatrici.
Ciò che emerge dalle risultanze istruttorie non sono solo le decine di turbative d’asta tra le
imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive, ma anche un pericoloso fenomeno di
frode nella realizzazione delle opere appaltate con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta
materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori rispetto a quelli
richiesti e fatturati, con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con
il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di
controllo.
L’indagine, che pure ha preso avvio dai controlli relativi ad un appalto “anomalo” che
interessava la città di Gorizia, si è poi estesa a diverse opere del territorio regionale prima
e nazionale poi, evidenziando collusioni che travalicano il confine friulano e diventano
“sistema” diffuso in varie regioni.
Il nome dell’operazione, ribattezzata “GRANDE TAGLIAMENTO”, eleva a manifesto
dell’indagine vicende di vera e propria spartizione dei lavori da realizzare a destra e a
sinistra del Tagliamento, fiume che divide il Friuli Venezia Giulia dal Veneto.
Tra i reati per cui si procede si evidenziano l’associazione a delinquere, la turbativa d’asta,
gli inadempimenti e le frodi nelle pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e
concussione.
Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci