Minacce ai vicini di casa: «Altro che strage di Erba»

Venerdì 9 Novembre 2018 di Marco Aldighieri
Minacce ai vicini di casa: «Altro che strage di Erba»
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LIMENA - A madre e figlio l'avere perseguitato per anni i vicini di casa, ieri davanti al Gup Cristina Cavaggion, è costato un rinvio a giudizio per il reato di stalking. Tra le minacce ricorrenti c'era quella legata a Olindo Romano e Rosa Bazzi, meglio conosciuti come i coniugi della strage di Erba avvenuta l'11 dicembre del 2006. Tanto che Carla Dall'Andrea di 79 anni e Fabian Rettore di 38 anni ai loro dirimpettai hanno più volte urlato: «Vedrete, altro che strage di Erba». Madre e figlio hanno iniziato a nutrire del rancore verso i vicini di casa, una famiglia composta da marito, moglie e una figlia, a causa di un terreno in uso alle presunte vittime dei loro atti persecutori e che invece i due ritengono di loro proprietà. Negli anni la tensione è aumentata a dismisura con minacce e intimidazioni.  In alcune occasioni, secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, madre e figlio hanno anche danneggiato la recinzione e un paio di alberi di proprietà dei vicini di casa. Ma quello che ha maggiormente spaventato la famiglia, sono state quelle frasi urlate come: «Maledetti demoni tutti non vi vogliono fra i piedi». E ancora: «Vedrete cosa vi facciamo. Vi ricordate la strage di Erba? Tu e tua moglie siete dei malvagi. Ve la faremo pagare non è finita qua». Una violenza verbale scaricata sui vicini di casa, mentre la famiglia era sul giardino dello loro abitazione. Ma madre e figlio non si sono fermati anzi, ancora secondo l'accusa, la loro è stata una escalation di insulti e minacce: «Ce lo riprenderemo il terreno è nostro, vedrete altro che strage di Erba». Una intimidazione molto pesante, perchè nel paesino in provincia di Como i coniugi Olindo e Rosa hanno sterminato i loro vicini di casa: quattro morti e un ferito grave. 
LE INDAGINILa famiglia ha sopportato i soprusi di madre e figlio fino al marzo di quest'anno, quando ormai esasperata ha deciso di presentare denuncia ai carabinieri e sono scattate le indagini. Secondo gli inquirenti i due imputati hanno talmente molestato i vicini di casa, da cagionargli un perdurante e grave stato di ansia e anche di paura tanto da costringerli ad alterare le proprie abitudini di vita nel tentativo di evitare gli incontri con i loro persecutori. Adesso madre e figlio dovranno difendersi davanti al giudice il 10 ottobre dell'anno prossimo.
 
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