Fiumi di migranti via terra dai Balcani, il Friuli richiede l'Esercito

Martedì 21 Agosto 2018 di Lisa Zancaner
Il confine tra Italia e Slovenia a Trieste
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UDINE -  Mentre ai tempi della Guerra fredda l'esercito serviva per presidiare la Cortina di ferro, oggi in Friuli si invoca la presenza dei militari per far fronte all'emergenza migranti. A chiedere l'impiego dell'esercito per arginare il fenomeno è l'assessore regionale con delega all'immigrazione Pierpaolo Roberti che ieri ha incontrato il prefetto di Udine, Angelo Ciuni in un vertice sui continui arrivi di richiedenti asilo nel capoluogo friulano, dove le strutture sono al collasso. In questo momento Udine accoglie 830 immigrati con arrivi giornalieri di 15-20 persone, a fronte dei 250 migranti di cui dovrebbe farsi carico la città. L'attenzione si sposta dunque sulla rotta balcanica. «È encomiabile che il Governo abbia bloccato gli sbarchi nel canale di Sicilia ha spiegato Roberti -, ma ora il Friuli Venezia Giulia è l'unica porta di accesso per l'Italia dalla rotta che interessa tutti i Balcani». 

I CENTRI Per arginare il fenomeno, prima che diventi una vera e propria emergenza, la Regione Friuli Venezia Giulia, quindi, non solo dice stop all'accoglienza diffusa e all'attivazione dei Centri permanenti per il rimpatrio, ma punta anche a rafforzare i presidi dei punti di accesso in Friuli. Ma le forze dell'ordine, sotto organico, non bastano e Roberti chiama in causa l'esercito, «non solo ai valichi di confine come peraltro auspicato nei giorni scorsi dall'amministrazione comunale di Udine ma anche in città in modo da alleggerire il lavoro delle forze dell'ordine». Oggi i militari sono dunque chiamati a frenare la corsa dei profughi a Udine, dal momento che il problema è confinato nel capoluogo friulano, mentre le altre province geograficamente più vicine ai confini con Austria e Slovenia vedono una riduzione degli ingressi e delle presenze di migranti.
L'impiego dei militari lo deciderà, se e quando, solo il Governo, mentre il sindaco leghista di Udine Pietro Fontanini al momento non ravvisa la necessità di attivare i militari nella città che amministra, una presenza che potrebbe mettere in agitazione la popolazione abituata, negli ultimi anni, a vedere la presenza dei militari solo in situazioni di emergenza generalmente causate da cataclismi, non dai migranti. Nemmeno Udine, per quanto i numeri siano elevati, è «in emergenza», rassicura il prefetto Angelo Ciuni. Ma l'assessore Roberti sottolinea la necessità di intervenire «prima che ci scoppi la bomba in mano». In Friuli anche Forza Italia si allinea al governo regionale, con il consigliere Piero Camber che ritiene fondamentale l'intervento dell'esercito per il pattugliamento della frontiera, un intervento che risulterebbe «decisivo per sorvegliare il difficile, per tutti i suoi passaggi secondari, confine con la Slovenia». 

IL PRESIDENTE Solo pochi giorni fa il presidente leghista della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, aveva respinto con forza l'ipotesi di spostare i militari dal territorio regionale verso il Sud Italia, dopo la proposta avanzata dalla ministra pentastellata della difesa, Elisabetta Trenta, di trasferire caserme e personale militare al Sud per avvicinare i giovani militari, in prevalenza meridionali ma di stanza al Nord, alle loro famiglie. «Non si sposterà nemmeno un soldato dal territorio del Friuli Venezia Giulia» è stata la risposta di Fedriga. Il governatore allora motivò il diniego proprio con l'emergenza migranti: «La nostra regione ha due frontiere, quella con l'Austria e quella con la Slovenia, oltre al mare».
Ad arginare il fenomeno, almeno in parte, sono proprio le formazioni miste di forze dell'ordine e militari, ma il confine sloveno risulta particolarmente sensibile in questo periodo per gli ingressi irregolari, mentre dalla parte austriaca i flussi sembrano attenuati. Ma chi presidia il confine deve far fronte anche alla tratta degli esseri umani: risale solo a due giorni fa l'arresto da parte della Polizia di frontiera lungo il confine a Tarvisio di un italiano che trasportava a bordo della sua auto con targa italiana in ingresso dall'Austria un cittadino srilankese di 32 anni, sprovvisto di qualsiasi documento.

Anche il Sap - il sindacato di Polizia - di Trieste lancia un allarme: la migrazione via terra è molto importante, arrivano decine di segnalazioni al giorno di gruppi di migranti che passano il confine e vanno in giro per la città, la polizia è «lasciata sola» e urgono rinforzi. 
 
Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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