​Passo Sella chiuso l'ira delle imprese «Crollo del 40% degli incassi»

Martedì 31 Luglio 2018 di Angela Pederiva
Passo Sella chiuso l'ira delle imprese «Crollo del 40% degli incassi»
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Prima settimana di limitazione al traffico sul Sella. E primo bilancio degli operatori della zona: «Meno 40% degli incassi», secondo i calcoli del Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici, a cui aderiscono 96 aziende (per un totale di 608 dipendenti) distribuite fra Veneto e Trentino Alto Adige. «Ora andremo in Consiglio di Stato contro le Province di Trento e Bolzano», annuncia il presidente Osvaldo Finazzer, determinato ad impugnare le sentenze con cui i Tar locali avevano respinto i ricorsi contro la sperimentazione dello scorso anno.


 
I GREEN DAYS
Le prime due ordinanze, infatti, erano state emanate nell'estate del 2017. Durante i Green Days, cioè i mercoledì di luglio e agosto, solo i mezzi pubblici, le biciclette e i veicoli elettrici avevano potuto transitare sul Sella. Secondo i promotori, che avevano somministrato 440 questionari ai turisti e realizzato 30 videointerviste a residenti e imprenditori, i risultati dell'iniziativa erano stati molto positivi: afflusso medio di 2.600 persone per ciascuna giornata, 380 partecipanti in media agli eventi collaterali, triplicazione delle obliterazioni sugli autobus. Dati contestati dagli esercenti dell'area, che avevano fatto tracciare i transiti verso il Passo, registrando nell'arco dei nove giorni un picco massimo di 1.268 ciclisti, 41 auto e 9 moto.
I NUOVI PROVVEDIMENTIAd ogni modo Trento e Bolzano avevano deciso di replicare ed estendere l'iniziativa, emettendo due nuovi provvedimenti che prevedono di regolamentare gli accessi dal 23 luglio al 31 agosto, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16, con l'obiettivo di ridurre il traffico individuale del 20% «Nello spirito di #Dolomitesvives era stato spiegato l'invito è di lasciare gli automezzi presso le strutture ricettive o nei parcheggi di fondovalle e a raggiungere il Passo Sella con i mezzi pubblici, gli impianti di risalita, in bici o a piedi. In questo modo sarà possibile offrire un prezioso contributo alla protezione di questo patrimonio naturale unico. Rimane comunque aperta la possibilità di accedere al Passo Sella con veicoli privati previa richiesta di autorizzazione gratuita, per una fascia oraria definita, tramite app, sito o punti informativi».
I CARTELLITutto questo è previsto dalle ordinanze datate 16 luglio (Bolzano) e 18 luglio (Trento), richiamate nei cartelli posti da un lato in Val Gardena e dall'altro in Val di Fassa, sui quali campeggia il simbolo del divieto di transito ed è apposta la postilla eccetto autorizzati. «Ma un turista che arriva e legge quelle due paroline protesta Finazzer come fa a capire che può ottenere il permesso per passare? Non viene citata l'app, non è menzionato il sito, non è indicato il punto informativo. Così va a finire che la gente prende paura, fa dietrofront e non torna più. Altro che Dolomites Vives, questi vogliono far morire la montagna». Proprio ieri gli oppositori hanno saputo che, sul versante altoatesino, i segnali stradali sono stati levati. «Insisteremo perché vengano tolti anche sul fronte trentino aggiunge il leader del comitato per cercare di contenere il terrorismo ingenerato da quelle immagini di divieto. Fuori da qua sta passando il messaggio che bisogna chiudere i passi dolomitici perché sono invasi dall'inquinamento e dal turismo, ma questo non è assolutamente vero. Chiederemo i danni anche ai Comuni di Canazei e Selva di val Gardena, se continueranno ad ignorare le nostre proposte di tutela del turismo che si muove fra le valli, alla ricerca delle varie eccellenze dell'artigianato. Senza il nostro lavoro, i passi e la montagna muoiono. Per fortuna abbiamo l'appoggio del Veneto, con il suo presidente Luca Zaia». 
LA PREOCCUPAZIONE VENETANei giorni scorsi il governatore ha espresso preoccupazione per la stretta alla circolazione sul Sella: « Nessuno di noi che amiamo la montagna, vuole che essa sia inquinata. Ma la soluzione non è chiudere i passi: se lo si fa, quel territorio si spopola e senza la cura che le viene dall'intervento dell'uomo, l'unico destino è l'abbandono».
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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