«Non riconosco lo Stato italiano!»: e rifiuta l'alcoltest... ma finisce male

Martedì 31 Luglio 2018
«Non riconosco lo Stato italiano!»: e rifiuta l'alcoltest... ma finisce male
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ROSA’ - I venetisti del Comitato nazionale liberazione del Veneto stasera hanno organizzato alle 20.30 un sit-in davanti alla chiesa di Rosà a favore del proprio militante Massimo Battocchio, 46enne di Tezze sul Brenta che nel fine settimana è stato denunciato dalla polizia locale di Bassano per oltraggio a pubblico ufficiale, rifiuto di declinare le proprie generalità e per rifiuto di sottoporsi all’alcoltest, pur palesemente ubriaco agli occhi degli agenti del comandante Emanuele Ruaro.

L’uomo, che gestisce un bar a Rosà, alle 4 di domenica in via Pecori Giraldi a Bassano è stato fermato da una pattuglia della polizia locale: alla richiesta di declinare le generalità e di sottoporsi all’alcotest ha opposto un netto rifiuto, perché, da militante del Comitato nazionale liberazione del Venet,o non riconosce l’autorità dello Stato italiano e non intende collaborare con lo stato di occupazione nella Repubblica Veneta. Apparso alterato da sostanze alcoliche gli agenti hanno accompagnato l’uomo al comando dove è stato identificato in Massimo Battocchio e denunciato alla procura della Repubblica per oltraggio a pubblico ufficiale.
 
Il 46enne ha ricevuto domenica mattina piena solidarietà dal suo movimento. Su Facebook Albert Gardin, 121. doge, ha espresso il suo pensiero. «Massimo Battocchio, iscritto nel Libro d'Oro del Maggior Consiglio, ha partecipato all'elezione del 121. doge e, fin qui, ha sempre partecipato con assiduità e impegno alle riunioni del Maggior Consiglio, il parlamento della Repubblica Veneta. L'Ufficio Dogale segue con attenzione gli sviluppi del caso ed esprime comprensione e solidarietà al patriota veneto che per le sue convinzioni politiche si trova oggi sul fronte della repressione italiana. Siamo convinti che le forme di resistenza non-violente messe in atto da Massimo Battocchio nei confronti della polizia italiana siano tutte riconducibili alla sua volontà di non collaborazione con lo stato di occupazione della Repubblica Veneta. Le accuse nei suoi confronti potranno essere "oggettivamente" altre ma siamo certi che le ragioni reali siano tutte politiche e culturali, rifiutando egli drasticamente lo stato di occupazione della Repubblica Veneta. Un caso dunque politico e non altro!».

 
Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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