Tuffo in Canal Grande e slalom tra motoscafi, gondole e vaporetti

Lunedì 30 Luglio 2018 di Davide Scalzotto
Uno dei tuffi a Venezia
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VENEZIA - Non essendo ancora previsto come sport olimpico, il tuffo con nuotata in Canal Grande e slalom tra vaporetti e motoscafi, è formalmente vietato. Saggezza vorrebbe che fosse vietato prima dal buon senso che dai regolamenti comunali.

Carolina e il leone, il VIDEO che insegna a rispettare Venezia
 



Ma non sempre si può fare affidamento sulla saggezza di certi turisti. Certamente non di colui che sabato verso le 19, dal pontile di San Silvestro, ha dato vita all'ennesima cafonal-bravata di queste estati di follia.  Lui e i suoi amici stavano beatamente concludendo un pic-nic sul pontile (pratica anche questa potenzialmente sanzionabile con Daspo urbano dal nuovo regolamento di polizia municipale) proprio in faccia al Municipio, ma evidentemente il caldo e altri eccessi (o deficienze) hanno suggerito al tizio di spogliarsi e gettarsi nel canalazzo, arrivando fino a metà e sfidando la sorte, fiero della propria impresa, tra barche di ogni tipo. È un po' come se uno si mettesse ad attraversare a piedi una tangenziale all'ora di punta. 
 
 


 
Per la cronaca, gli è andata bene. A differenza di quel marinaio neozelandese che la notte del 13 agosto 2016 si era tuffato dal ponte di Rialto, centrando un taxi acqueo e morendo alcuni mesi dopo.

LO SPOT
Ora, se lo chiedono in molti a Venezia: cosa spinge un turista a una cretinata del genere? Se lo deve essere chiesto anche tale Pasha Petkuns, di professione campione di parkour (superamento di ostacoli con ogni mezzo fisico e atletico) che qualche giorno fa, ispirato dal grande fiuto per la comunicazione di un'agenzia di pubblicità, ha capito l'impatto mediatico di tuffi, nuotate e acrobazie con sfondo Venezia e ha girato lo spot di una nota marca di bibita energetica compiendo ogni sorta di evoluzione, dalla passeggiata sul cordolo del tetto delle Procuratie a San Marco, fino agli equilibrismi su ponti e terrazze a decine di metri di altezza, per arrivare (guarda un po') a una nuotata nel bacino dell'Arsenale con un vaporetto alle spalle. Pare che il Comune avesse dato un'autorizzazione generica alle riprese, vietando ad esempio i tuffi da un ponte e contando sul fatto che lo sponsor aveva finanziato il Carnevale. Ma sulle scene di quello spot i pareri sono stati discordanti, tra chi le ha valutate per quelle che erano e chi le ha giudicate un pericoloso modello per l'immagine della città.

Certo, si può anche pensare che chi usa il cervello per tuffarsi per una cafonal-bravata (e non per spot) in Canal Grande, possa subire l'effetto emulazione. Ma resta il fatto che Venezia, per quanti lodevoli sforzi faccia l'amministrazione, pur avendo da poco messo a punto sanzioni mai adottate in precedenza, non riesce a liberarsi di questa immagine di palcoscenico a ogni costo, di terra di nessuno dove chi arriva si sente in diritto di fare di tutto. E pensare che il nuovo regolamento di polizia municipale parla chiaro e vieta perfino i pediluvi nei canali, figurarsi bagni come quello di sabato.

AFGHANO MULTATO
I vigili sanno che, su questo fronte, la tolleranza deve essere pari a zero. E infatti ieri mattina, alle Fondamente Nove, hanno beccato un tizio, un 23enne afghano proveniente da Monselice, evidentemente venuto a Venezia con le idee chiare. Perché sia lui che i compagni di comitiva indossavano una maglietta eloquente, con la scritta Più tuffi, meno multe. L'afghano ha messo in pratica il precetto e si è buttato. I vigili, a loro volta, hanno messo in pratica il precetto opposto e lo hanno subito multato, a rigore di legge, con 450 euro. Un suo compare, che si è qualificato come agente di polizia municipale, ha anche provato a convincere i veri agenti che era meglio lasciar perdere, ma invano: è stato denunciato. Nessuna pietà, insomma. E il messaggio sta passando.
Del resto gli stessi veneziani hanno compreso che è arrivato il momento di dire basta e di comunicarlo in modo intelligente, come ha fatto Carolina Ferrari, studentessa di 28 anni scuola Iuav e H-Farm, con un video sul rispetto per la città che sta facendo impazzire il web e che è stato rilanciato anche dal governatore Luca Zaia. Lei sì, meriterebbe un premio.

In questi giorni da bollino nero sono tornati i varchi in ingresso al centro storico, pronti a chiudersi in caso di assedio da parte dei turisti.
Idealmente verrebbe da chiuderli per trattenere chi è entrato con l'idea della città-parco acquatico e spiegargli che morire a Venezia per una cretinata non ha niente di letterario o di decadente, nè di epico.

Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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