MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Perchè le donne di potere si
vestono di giallo
Venerdì 27 Luglio 2018
di Luciana Boiccardi
Se non fosse regina, ma una qualunque persona del mondo, a Elisabetta II d’Inghilterra, forse potrebbe piacere indossare un abitino rosso fuoco o un fascinoso completo nero: due colori che Sua Maestà non può permettersi mai. Quello che a Corte corrisponde a un “ufficio stile” ha stabilito per lei colori privi di carattere forte (rosa baby, azzurrino, verdino, beige) per ribadire che l’unico elemento forte in qualsiasi contesto può essere solo lei, la regina. I colori, che la scienza e la psicologia ci hanno insegnato a considerare veri e propri messaggeri per la comunicazione diretta, fanno parte degli obblighi di chi è investito da ruoli dominanti : non abbiamo mai visto donne di potere rilesso (mogli, figlie o madri di uomini di potere) o autorevoli in prima persona, regine, presidenti, imprenditrici di grande fama, partecipare a cerimonie ufficiali in abiti “canterini”, tailleurini-mutanda , baby doll metropolitani (che oggi sono diventati una divisa) né adottare colori violenti come il rosso o il nero. I cervelli pensanti della comunicazione dedicano uno studio attento alla scelta dei colori per il guardaroba del “potere”.
Non è per caso dunque che alle le nozze del nipote Williams la regina Elisabetta sia apparsa tutta vestita di giallo, dalle scarpe al cappellino: ovvero, “attenti, la regina sono ancora e sempre io”. E non è un caso se a suo tempo Michelle Obama accompagnando il marito , presidente degli U.S.A. , all’ inaugurazione del G8, si presentò in abito giallo, così come di giallo in occasione di cerimonie di Stato si sono vestite recentemente la principessa Kate Middleton, e la consorte di Donald Trump, Melania, bellissima nel vestito corto giallo sole, di linea trapezio-vintage, come nell’abito lungo giallo oro da sera.
Giallo, colore del sole e dell’oro, nella scienza che sviscera i segreti dei colori , è il colore del potere, colore imperiale che la psicanalisi ci consegna come messaggio di forza, di superiorità. La caratteristica principale del suo “carattere” è la proiezione verso il futuro, la fiducia nella possibilità di toccare la “felicità” (il sole) in tutte le sue epressioni: dall’avventura sessuale ricca di punte erotiche all’illuminante indagine filosofica. Non tollera sgarri, è collerico, non esclude tendenza alla vendetta, può essere invidioso e – un po’ – avaro. Crede soprattutto nell’intelligenza. Per produrlo, nei secoli passati veniva usata l’urina: il primato per la qualità del giallo fu dei tintori fiorentini, gli “uricellai” (in seguito, Rucellai, sostenitori della Signoria che i Medici insignirono di onori e glorie), che per tingere i tessuti raccoglievano l’urina raccolta in grandi vasche distribuite sotto i portici della città .
Colore “ difficile”, per questo quasi assente dalle collezioni di moda femminile (ad eccezione di campionari destinati alla Germania che ama il colore giallo (presente anche nella sua bandiera). Solo negli ultimi tempi lo abbiamo incontrato anche se in modo “fuggevole” in passerelle di prestigio.
Il giallo – anche per la sua incidenza fisica sulla nostra retina – viene associato a situazioni cosiddette di “vibrazione”, di suspense, di brivido, di attenzione: gialli i cartelli di pericolo, gialle le strisce pedonali, “bandiera gialla” in caso dio contagi, giallo, fin dal Medioevo, per il contrassegno socialmente negativo assegnato a meretrici, ex- condannati, emarginati, divenuto in seguito la stella gialla per gli Ebrei.
Il giallo si nota, si fa guardare. Non è un caso che alla fine del Seicento, quando in Europa l’ìmpero più potente era quello asburgico, uno dei sostenitori finanziari della Casa d’Absburgo, il principe Thurn und Taxis, che si occupava del trasporto della posta a Vienna (ancora oggi il mezzo pubblico di trasporto nelle città si chiama taxi , dal nome dell’autorevole imprenditore asburgico ) , chiese all’Imperatore licenza di estendere questa attività a tutti i territori dell’Impero. L’imperatore accolse la richiesta e i collaboratori del principe si chiesero subito come fare – visto che quasi nessuno sapeva leggere - per rendere visibile la diligenza della posta. Si optò per un colore che si faceva vedere senza equivoci, il giallo. E la posta, in tutto il mondo, si fregia ancora oggi di questo colore.
Ultimo aggiornamento: 18:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA