Raggi cosmici: svelata l'origine
grazie alla cattura dei neutrini
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Giovedì 12 Luglio 2018
Raggi cosmici: svelata l'origine grazie alla cattura dei neutrini Il ruolo decisivo dell'Italia Video
Catturati i neutrini cosmici, i messaggeri celesti. La nuova astronomia è pronta a decollare con l'individuazione di quei veri e propri fantasmi dell'universo che sono i neutrini cosmici. Annunciata dalla National Science Foundation degli Stati Uniti, la scoperta è pubblicata su tre riviste, Science e Monthly Notices of the Royal Astronomical Society e Astrophysical Journal Letters.

Fra i numerosissimi autori sono molti i nomi italiani e l'Italia ha giocato un ruolo importante nella scoperta con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e molte università.
I neutrini diventano così i terzi messaggeri cosmici al servizio della nuova astronomia, insieme alle onde gravitazionali e alle particelle di luce (fotoni).

 
«La scoperta annunciata oggi è un evento apripista dell'astronomia multimessaggero», ha osservato il vicepresidente dell'Infn, Antonio Masiero. «Adesso - ha aggiunto - la nostra attenzione si accentra su onde gravitazionali, fotoni e neutrini: tutti e tre hanno la caratteristica di giungere fino a noi e possiamo correlarli fra loro». Come era accaduto nel 2017, quando 70 strumenti avevano visto la luce e le onde gravitazionali generate dalla collisione di due stelle di neutroni, anche questa scoperta è stata corale e fornisce solidi indizi per riuscire a spiegare uno dei misteri dell'astronomia: l'origine dei raggi cosmici di altissima energia. Per il presidente dell'Inaf, Nichi D'Amico, «anche in questa scoperta, la potenza di fuoco di cui dispone l'Inaf, a tutte le lunghezze d'onda e con strumentazione di avanguardia da Terra e dallo spazio, si è dimostrata determinante per rispondere ad alcune delle domande fondamentali per la comprensione dell'universo». 

«È un altro grande risultato dell’astronomia multimessaggero – commenta Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale otaliana. – Oltre ai fotoni e alle onde gravitazionali, sorgenti estremamente energetiche nell’universo comunicano con noi attraverso neutrini di altissima energia. Grazie a questa nuova astronomia l’universo ogni giorno diventa più piccolo e meno sconosciuto, grazie ai sofisticati strumenti a terra e nello spazio sviluppata dai ricercatori di ASI, INAF e INFN.»

Il primo indizio che ha portato a scoprire la sorgente dei neutrini cosmici era arrivato il 22 settembre 1917, quando a tre chilometri di profondità nei ghiacci dell'Antartide, l'osservatorio IceCube aveva intercettato un segnale diverso dal solito. «Sono quelli che chiamiamo tracce e che hanno un margine di errore molto piccolo», ha detto all'Ansa Paolo Padovani, dell'Osservatorio Europeo Australe (Eso), che ha condotto la ricerca con Paolo Giommi, dell'Asi, ed Elisa Resconi, dell'Università Tecnica di Monaco. Non appena ricevuto l'allerta, lo strumento Lat del telescopio Fermi ha diramato un ATel, ossia un Telegramma Astronomico che ha permesso ad altri 14 esperimenti di puntare la sorgente. Le prime conferme sono arrivate dal satellite italiano Agile, realizzato dall'Asi con il contributo di Inaf e Infn e dai telescopi Magic, dell' osservatorio di La Palma alle Canarie, realizzati con in contributo di Inaf e Infn.

E ancora i satelliti Swift e Nustar, della Nasa, e Integral dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). È stata vista così la prima fonte dei neutrini cosmici: un blazar indicato con la sigla TXS 0506+056, una galassia attiva con un buco nero supermassiccio al centro e distante 4,5 miliardi di anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione di Orione.
 
Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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