Diagnosi in ritardo, muore bimbo
di 11 mesi: indagate due pediatre

Giovedì 28 Giugno 2018 di Cristina Antonutti
Bimbo di 11 mesi morto, indagate due pediatre
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PORDENONE - Tre anni fa a Vajont Jonathan Barbariol morì che aveva appena 11 mesi a causa di una polmonite che non era stata diagnosticata. Il 18 settembre, davanti al gup Monica Biasutti, sono chiamate a difendersi le due pediatre che lo avevano seguito o visitato negli ultimi due mesi di vita. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Anna Concetta Foglia, pediatra di Maniago e per Anna Favia di Portogruaro, medico pediatra del pronto soccorso di Pordenone. Le ipotesi di reato contestate dal pm Andrea Del Missier sono omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
 A battersi affinchè fosse fatta chiarezza sul decesso del loro piccolo sono stati i genitori Henrieta Janoscikova e Lucio Barbariol. Inizialmente si sono affidati a un esposto, poi hanno depositato il risultato delle indagini difensive condotte dall’avvocato Fabiano Filippin e dal medico legale Antonello Cirnielli. Il bimbo stava male dal 21 aprile, quando fu sottoposto a un intervento chirurgico all’ospedale di Vicenza. Tossiva in continuazione e fu sottoposto a una radiografia ai polmoni che evidenziò delle tracce bianche negli alveoli. «Nessuno - spiega Filippin - parlò mai ai genitori di polmonite». La mamma aveva chiesto anche la riesumazione del corpicino affinchè fosse accertata la vera causa del decesso e se gli antibiotici somministrati fossero adeguati, ma non è stato necessario, perchè il consulente tecnico nominato dalla Procura, il medico legale marchigiano Raffaele Giorgetti, è arrivato alle stesse conclusioni di Cirnielli.
Quando fu dimesso dall’ospedale di Vicenza, il 24 aprile 2015, a Jonathan fu diagnostica una sospetta infezione respiratoria e si raccomandò al medico curante un controllo a «breve nei prossimi giorni». Secondo il pm, la pediatra di base nelle visite del 28 aprile, 4 e 20 maggio diagnosticò una bronchite acuta. La polmonite non fu diagnosticata neanche il 25 e 26 maggio, in pronto soccorso, quando Jonathan arrivò con 38 di febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Fu diagnosticata una «verosimile colica gassosa».
Il 2 giugno il bimbo continuava a star male e i genitori lo riportarono in ospedale. Le sue condizioni erano gravi, ma alla mamma dissero di tornare a casa e di stare tranquilla. Quando arrivò a Vajont, le telefonarono per dirle che il figlio si era aggravato. Quando il bimbo morì, nel referto autoptico dell’ospedale di Pordenone si parlò di «severa sepsi» e polmonite, oltre che di una presunta meningite. Nessuno ne aveva mai parlato ai genitori. Non se ne faceva cenno nemmeno nelle cartelle cliniche. Da quel momento è cominciata la battaglia giudiziaria. In udienza preliminare la difesa - avvocati Marco Zucchiatti e Roberto Lombardini - chiederà al gup una perizia in contradditorio, finora mai disposta.
Cristina Antonutti
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Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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