Bocciato in quarta superiore: 18enne si uccide lanciandosi sotto un treno

Domenica 17 Giugno 2018 di Maria Elena Pattaro
Leonardo Faggion
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MONTAGNANA - Ha deciso di togliersi la vita a Borgo Veneto poco distante da un passaggio a livello: a lanciarsi sui binari davanti a un treno in corsa è stato un ragazzo di 18 anni - Leonardo Faggion - che abitava a Megliadino San Vitale, a poca distanza dal luogo della tragedia. Nessun messaggio di addio, nessun biglietto, nessun atteggiamento che lasciasse intuire i suoi propositi anche se da poche ore aveva saputo della bocciatura nell'istituto polesano che frequentava. La famiglia  l’aveva salutato augurandogli buona giornata per lo stage nella farmacia del paese. Si trovava bene, ci andava volentieri. Ma non sabato: non vedendolo rientrare alla solita ora – verso le 13 – la madre si è preoccupata e ha iniziato a telefonare agli amici per capire dove fosse. Qualcuno la mattina lo aveva visto pedalare verso Saletto anziché raggiungere la farmacia, ma nessuno poteva immaginare che il ragazzo, che aveva appena finito il 4. anno dell’istituto tecnico Einaudi di Badia Polesine (Rovigo) avesse deciso di togliersi la vita proprio il giorno in cui aveva saputo di essere stato bocciato.
 
Man mano che il tempo passava, la preoccupazione dei genitori si faceva sempre più forte fino a trasformarsi in un dolore straziante. Qualche ora dopo, infatti, gli agenti della polizia ferroviaria di Legnago si sono presentati in via Carducci, dove il ragazzo abita insieme ai genitori e al fratellino Vittorio, di 6 anni. Il ragazzo si era nascosto dietro uno dei cespugli che costeggiano i binari, all’altezza di via Oppi, in attesa del treno che lo avrebbe ucciso, il regionale Mantova-Monselice. Erano le 10 quando si è lanciato sui binari. Il macchinista ha tentato di frenare, ma non è riuscito a evitare l’impatto. Quando i soccorritori hanno recuperato il corpo, non hanno trovato nessun documento. Poi però il ritrovamento del cellulare ha permesso agli agenti della Polfer di identificare il ragazzo e di dare alla famiglia la notizia che nessun genitore vorrebbe mai ricevere.

La morte del 18enne è stata un macigno che ha colpito anche l’intera squadra di musici e sbandieratori di San Vitale, di cui il ragazzo faceva parte da ben dieci anni. «Ci era giunta voce che non era tornato a casa per pranzo – racconta il presidente Daniele Marchioro – poi abbiamo sentito del suicidio sotto al treno, ma non ci siamo insospettiti perché all’inizio la vittima sembrava essere uno straniero. Mai avremmo immaginato che fosse successo a Leonardo». Un ragazzo sorridente, serio, sempre pronto a dare una mano: se c’era qualcosa da organizzare con il gruppo di rievocazione storica oppure con la Pro Loco era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. A scuola aveva sempre avuto ottimi risultati, in paese nessuno sospettava che rischiasse di perdere l’anno, come invece è successo. Agli amici aveva detto di avere una o due materie “sotto”, invece erano molte di più. Del peso che lo opprimeva non aveva parlato con nessuno, né con i genitori, né con la fidanzata, tanto che chi lo conosceva vedeva in lui il solito Leonardo: socievole, pieno di energia e con in testa tanti progetti per il futuro. A breve si sarebbe fatto la patente e poi in programma aveva tante esibizioni con il gruppo di sbandieratori, di cui vestiva con orgoglio la maglia rossoblù, che pochi giorni fa, in un post pubblicato sui social aveva definito la sua «seconda pelle». 


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Telefono Amico 199.284.284
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Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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