M5S, conflitto interessi scuote la base: rivolta contro Berlusconi

Venerdì 11 Maggio 2018 di Stefania Piras
M5S, il conflitto d'interessi scuote la base: rivolta contro Berlusconi
Il conflitto d'interessi scuote il Movimento. C'è o non c'è più nel programma del governo gialloverde? «Ci sarà nel contratto», assicura a sera il braccio destro di Di Maio, Vincenzo Spadafora. Eppure la psicosi dilaga. «Ma non vedete nel cielo quelle macchie di azzurro e di blu?». Il Cav c'è ma non si vede. Ecco, questa è l'ultima paranoia dei militanti pentastellati che riscoprono la necessità impellente di regolare il conflitto di interessi. Complicato per il possibile esecutivo gialloverde che ha dovuto pubblicamente fare a meno dell'azzurro. La base M5S parla, come sempre, a ruota libera e in una specie di seduta di autocoscienza permanente in cui si cerca di capire dove si va, la soluzione è solo una: sapere almeno da dove si viene.

PESTE BUBBONICA
Dall'antiberlusconismo, è evidente. Il la lo aveva dato Alessandro Di Battista, ex deputato M5S e oggi autore Mondadori, che aveva definito il Cav «il male assoluto». Ieri Dibba senior che ha scritto sulla sua bacheca: «Credo, comunque, che oggi, la priorità sia quella di aiutare chi non può più andare avanti. Il conflitto di interessi che considero una peste bubbonica, può aspettare qualche mese, magari il problema lo risolve il nano ladro di tasse, di sua non spontanea volontà». In Parlamento le veci dell'ex deputato romano le fa un senatore emiliano: Gabriele Lanzi che ieri per l'occasione ha composto anche delle rime: «Gli scontenti sono tanti / Siamo tutti allenatori /Ma non siamo dilettanti / Il Satrapo intanto è fuori!».

Questo è il mood. Anche Andrea Severini, il marito della sindaca Virginia Raggi è molto sospettoso. Ha pubblicato la foto di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e ha scritto che «alla fine questi due signori' si sono rivelati per quello che sono. Berlusconi prevedendo una debacle alle prossime elezioni si è messo da parte. Mi rimane comunque il senso di nausea perché se penso alla Lega... vabbé non ci penso e confido nel Movimento». «Non parlo di mafia con i dipendenti di Silvio Berlusconi», così invece il sindaco stellato di Bagheria, Patrizio Cinque, rivolgendosi ad alcuni inviati de Le Iene. Tra i commenti si percepisce chiaramente che la priorità degli scontenti non è più il reddito di cittadinanza bensì la legge sul conflitto di interessi. «Come lo dovrai attuare se fai l'accordo con il leghista destroide scendiletto del condannato di Arcore?», chiede a Di Maio un militante. Emanuela scrive: «Ma quali sono le condizioni di Berlusca per aver accettato di farsi da parte? Non sarà che sotto sotto imponga a Salvini le regole del gioco? Mi sembra un grave pericolo per voi». «Serve una legge sul conflitto di interessi e sull'antitrust. Quella che la sinistra non ha mai voluto fare. Solo così può iniziare davvero la terza Repubblica», dice un altro attivista ancora.

Il deputato Riccardo Fraccaro firmò una proposta di legge sul conflitto d'interessi che in queste ore non è tornata alla ribalta. «Noi non rinunciamo a nessuno dei nostri punti», assicura Carla Ruocco. Oggi Davide Casaleggio sarà a Roma mentre Fraccaro sarà a Bergamo, ospite nella sede della locale Confindustria della kermesse di Panorama. Lì ci saranno e arriveranno anche il governatore lombardo Attilio Fontana, Alberto Bombassei, ma soprattutto la capogruppo di Fi Mariastella Gelmini. Un tour fuori porta per distendere il clima? O semplicemente la volontà di dare corpo alle parole con cui Di Maio ieri ha concluso il suo video su Facebook in cui diceva: «State con noi perché sono momenti importanti non per il Movimento ma per la Repubblica Italiana».
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