Pescara, ucciso e gettato tra gli arbusti, la madre di Alessandro al killer: «Ce l'hai una mamma?»

Venerdì 9 Marzo 2018
Pescara, ucciso e gettato tra gli arbusti, la madre di Alessandro al killer: «Ce l'hai una mamma?»

Un colpo di pistola sparato al torace. Seduto, con le gambe in acqua e il busto adagiato sugli arbusti della sponda del torrente.

Vestito e con il cappuccio della felpa sulla testa. È stato trovato così, giovedì pomeriggio, nel fosso Vallelunga, alla periferia di Pescara, il corpo di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore (Pescara) ucciso a colpi di arma da fuoco. Stamani la Procura di Pescara ha conferito al medico legale Cristian D'Ovidio l'incarico per l'autopsia sul corpo del giovane. L'esperto dovrà stabilire la causa esatta ed i tempi della morte, oltre a cercare eventuali tracce ed elementi utili alle indagini. Dall'ispezione cadaverica eseguita ieri è emerso che il corpo presenta almeno un colpo di arma da fuoco, al torace, con foro di entrata anteriore.

Di Alessandro Neri non si avevano più notizie da lunedì. Il corpo è stato trovato dai cani molecolari, dopo che il suo cellulare aveva rivelato la posizione, vicino al cimitero di San Silvestro. Il recupero, tra gli arbusti, è stato eseguito dai vigili del fuoco. La notizia ha gettato nella disperazione la famiglia. Un omicidio in piena regola su cui indagano i carabinieri del reparto operativo coordinati dal maggiore Massimiliano Di Pietro. Difficile stabilire l'ora del decesso. Le temperature gelide hanno fatto conservare il cadavere.

LA MADRE DISPERATA
La mamma del giovane ha scritto su Facebook: «Ale ti hanno ucciso, Ale con un colpo di pistola... A chi lo ha premuto il grilletto domando: hai una mamma?». Il giovane era scomparso dalla sua abitazione lo scorso cinque marzo; poi ieri il tragico epilogo. Proprio sui social, quando del ragazzo si era persa ogni traccia, la madre aveva lanciato numerosi appelli, generando un tam tam tra amici, conoscenti e utenti della rete. Ieri pomeriggio, sempre su Facebook, la donna ha comunicato a tutti la morte del figlio: «Ale non c'è più», aveva scritto, tra commenti di cordoglio e di vicinanza da parte degli utenti. E ancora: «Non siate tristi, non piangete la morte di
mio figlio!!! aiutatemi a trovare il suo assassino!».

IL GIALLO DELL'AUTO
Tra i tanti misteri da chiarire c'è quello dell'auto, la Cinquecento rossa di Alessandro, ritrovata mercoledì mattina dai suoi amici nella centralissima via Mazzini, di fronte alla pizzeria Maruzzella. Lontanissimo cioè dal luogo del ritrovamento del corpo. «Ieri sera quell'auto non c'era, ne sono sicuro» avrebbe detto un pizzaiolo agli inquirenti. Particolare che apre nuovi scenari e interrogativi sugli spostamenti della vittima. Alessandro era ancora vivo tra martedì e mercoledì? E' stato lui a lasciare la Cinquecento in via Mazzini per poi andar via con un'altra persona a bordo di un'altra vettura? O è stato qualcun altro, leggi forse l'assassino, a riportarla in quella strada?
Come pure spetta ai carabinieri fare luce sul movente: la modalità dell'omicidio fa pensare a un'esecuzione per uno sgarro consumato in ambiente criminale. O forse si tratta di una vicenda legata al privato della vittima, un qualcosa su cui scavare a fondo, senza mai escludere la pista passionale. 

NESSUNA OMBRA
Eppure Alessandro Neri, terzo di quattro figli, è descritto dagli amici come un ragazzo a posto, senza ombre e anche senza legami, visto che non era neppure fidanzato. Ma appartiene, anzi apparteneva, a una famiglia molto benestante. Nonno Gaetano Lamaletta ha costruito una fortuna nell'edilizia in Venezuela, era il re delle ceramiche avendo una delle più grandi aziende dell'America latina ed è oggi proprietario di immobili prestigiosi e di auto di lusso, nonché titolare di una nota azienda vitivinicola, Il Feuduccio, nella quale lavorava lo stesso Alessandro. Motivi per cui inizialmente la scomparsa improvvisa del 28enne aveva fatto pensare a un possibile rapimento. Ovvero anche a uno sgarro collegato proprio alle attività condotte in Venezuela. Ormai da qualche anno la famiglia Lamaletta, originaria di Giuliano Teatino, era rientrata in Abruzzo stabilendosi a Spoltore. Una sorella dello scomparso, universitaria a Bologna, è rientrata a Pescara per unirsi alla famiglia. Il papà del ragazzo, Paolo Neri, è invece gioielliere a Firenze e da lì ha seguito giorno dopo giorno gli sviluppi di questa dolorosa vicenda sfociata in tragedia.
 

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 00:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci