Da quest'anno scatta lo stop ai tagli dei vitalizi degli ex consiglieri regionali in almeno una decina di Regioni italiane, a partire da Lazio, Lombardia e Veneto che furono fra le prime a impugnare la scure. La sforbiciata - che mediamente incide per il 10% per oltre 3.000 ex consiglieri - è destinata ad esaurire i suoi effetti anche nelle Regioni che si sono mosse in ritardo, mano a mano che passeranno i tre anni dalla sua adozione. Ma come è possibile che sui vitalizi regionali considerati uno dei simboli dei privilegi dei politici, si stia delineando una clamorosa marcia indietro?
Semplice: sui vitalizi degli ex consiglieri (quelli in carica non ne avranno diritto) i Consigli regionali hanno fatto scattare un contributo di solidarietà. Solo temporaneo, perché se avessero abolito o tagliato definitivamente i trattamenti previdenziali avrebbero infranto la Costituzione. E il triennio di validità, appunto iniziato per molte Regioni nel 2015, scadrà nell'anno appena iniziato. In Veneto si era parlato di proroga del contributo, ma l'ipotesi è stata accantonata. In Friuli la governatrice uscente Serracchiani si è detta a favore della proroga dei tagli.
Ultimo aggiornamento: 09:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA Semplice: sui vitalizi degli ex consiglieri (quelli in carica non ne avranno diritto) i Consigli regionali hanno fatto scattare un contributo di solidarietà. Solo temporaneo, perché se avessero abolito o tagliato definitivamente i trattamenti previdenziali avrebbero infranto la Costituzione. E il triennio di validità, appunto iniziato per molte Regioni nel 2015, scadrà nell'anno appena iniziato. In Veneto si era parlato di proroga del contributo, ma l'ipotesi è stata accantonata. In Friuli la governatrice uscente Serracchiani si è detta a favore della proroga dei tagli.