Donnarumma, la strategia è preparare il terreno alla cessione

Mercoledì 13 Dicembre 2017 di Salvatore Riggio
Donnarumma, la strategia è preparare il terreno alla cessione
MILANO Torna la tensione tra il Milan e Gigio Donnarumma. Per porre fine al tormentone dell'estate rossonera sembravano essere bastati la firma del 18enne sul contratto fino al 2021 a 6 milioni di euro netti a stagione più lo sbarco a Milanello del fratello Antonio (classe 1990) a un milione all'anno. Adesso il divorzio è quasi sicuro a giugno, con destinazione Psg o Real Madrid. O addirittura a gennaio, visto come si sono messe le cose nelle ultimissime ore tra il portiere, il suo entourage guidato dal famelico Mino Raiola e il club di via Aldo Rossi. Questo alla luce delle comunicazioni inviate al Milan, nelle quali Donnarumma giocatore che noi tutti possiamo ritenere molto fortunato per quello che guadagna alla sua tenerissima età sostiene di essere stato oggetto di pressioni psicologiche, firmando il ricchissimo contratto senza la necessaria serenità. Certo, ci sarebbe da spiegare a noi comuni mortali dove sarebbe la costrizione nel dover porre nome e cognome su un accordo da 11 milioni di euro lordi (con ingaggio del fratello maggiore), quando 24 ore prima il guadagno era molto minore. Ma comunque troppo per un 18enne che vive in un paese nel quale l'indice di disoccupazione giovanile è tristemente elevato.
LE STRATEGIE
Da Raiola non arrivano commenti; al Milan pensano che sia tutta una strategia del procuratore di Donnarumma per destabilizzare l'ambiente; sul web i tifosi si sono scagliati contro il numero 99. Una bufera forse maggiore rispetto a quella di giugno-luglio, quando giocatore e società discutevano sul rinnovo. In via Aldo Rossi, però, non vogliono cadere nel tranello di Raiola e intendono affrontare la faccenda con un confronto sereno con Donnarumma, confermandogli l'importanza che ha nella squadra di Rino Gattuso e nel progetto del misterioso Yonghong Li. Poi, a conti fatti, a questo punto la cessione potrebbe convenire a tutti: a Donnarumma perché darebbe una svolta alla sua carriera andando al Psg o al Real Madrid; a Raiola perché potrebbe riscuotere l'ennesima mega commissione; al Milan perché incasserebbe tra i 40 e i 70 milioni di euro. Una cifra importante per un addio che diventerebbe obbligatorio senza Champions League. Come confermato, nei giorni scorsi, da Marco Fassone. Resta il mistero della clausola: non esiste perché Donnarumma a luglio non l'ha firmata (emblema del rapporto conflittuale tra Raiola e il club). Resta difficile (anche se nella vita nulla è impossibile) l'annullamento del contratto sottoscritto in estate. «Io lo alleno ogni giorno e lo vedo tranquillo. Non l'ho mai sentito dire che saranno le sue ultime partite qui», ha sentenziato Gattuso in conferenza alla vigilia degli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Verona. Gara che Donnarumma dovrebbe giocare da titolare.
MOMENTI DI ATTESA
Questa non è l'unica preoccupazione per il club di via Aldo Rossi. Tra oggi e venerdì dovrebbe arrivare l'ufficialità del no dell'Uefa al voluntary agreement richiesto dal Milan a novembre (l'attesa è soprattutto sulle motivazioni di questo rifiuto). Inoltre il massimo organismo continentale martedì prossimo, in una conference call con la Covisoc (la commissione di vigilanza sulle società), verificherà alcuni dati del bilancio del Milan, come può succedere per i club con licenza Uefa. Nella speranza per Gattuso che almeno sul campo possa tornare il sereno.
Ultimo aggiornamento: 20:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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